Poco più di due mesi prima del crollo del ponte Morandi di Genova, che ha ucciso 43 persone, il ministero delle Infrastrutture aveva approvato i lavori di rinforzi agli stralli, i tiranti che sostengono la struttura.
Vincenzo Cinelli, direttore generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali, aveva firmato il documento con cui veniva approvato il progetto di rinforzo dei tiranti, "per sopperire alla progressiva perdita di funzionalità relativa alle pile 9 e 10 del Polcevera". È stato priprio il pilone numero 9 a sbriciolarsi, la mattina del 14 agosto.
Il decreto approvato dal Mit e sequestrato ieri dalle forze dell'ordine, ripercorre il progetto esecutivo di Autostrade che, se fosse stato realizzato in tempo, avrebbe forse salvato quelle 43 vite, ormai distrutte. La lunghezza della burocrazia, infatti, sembra essere stata fatale, secondo quanto riporta il Corriere della Sera.
Il Comitato tecnico del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Genova aveva approvato l'intervento sui tiranti il primo febbraio di quest'anno, ma poi il parere era stato trasmesso a Roma il 13 marzo, circa un mese e mezzo dopo. Da marzo a giugno il progetto è stato esaminato dalla Vigilanza, che l'11 giugno ha dato l'ok all'avvio dei lavori, quando Autostrade aveva già avviato l'iter della gara d'appalto per i lavori.
In ogni
caso, se anche il decreto fosse stato approvato prima, i lavori sugli stralli erano stati previsti dopo l'estate e non avrebbero cambiato le sorti degli automobilisti in viaggio sul ponte Morandi la mattina del 14 agosto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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