Assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" per l’imprenditore Francesco Caltagirone Bellavista nel processo per lo scandalo del Porto di Imperia. Assolti con lui altri nove imputati. Due sole le condanne, a otto mesi di reclusione e a 300 euro di ammenda. Dopo la sentenza, l’imprenditore ha abbracciato i suoi legali. E ha detto: "Sono contento che esistano giudici così".
Per l'imprenditore romano accusato di truffa e falso in atto pubblico la procura di Torino aveva chiesto una condanna a otto anni di carcere. "Sono contento che in Italia esistano giudici così - ha commentato Caltagirone al termine della lettura della sentenza - la cosa peggiore mentre ero in carcere è stata che la procura di Imperia mi abbia impedito la difesa, con un accanimento contro imputati innocenti". Il collegio presieduto dal giudice Cristina Domaneschi ha respinto le accuse nei confronti anche degli altri dirigenti di Acqua Marcia e di altre società del gruppo. Non solo. È stata pure respinta la richiesta del pm Giancarlo Avenati Bassi di sequestrare, a fine di confisca, beni per 50 milioni di euro alla società Acquamare, che fa capo allo stesso imprenditore romano.
Caltagirone Bellavista deteneva il 33% delle azioni della Porto d’Imperia spa.Le motivazioni della piena assoluzione verranno depositate entro novanta giorni. Intanto, però, viene da chiedersi: chi sarà a pagare?
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