Cronache

Le povere bestie uccise dalla fame e dall'ecologismo

Le povere bestie uccise dalla fame e dall'ecologismo

Volevano creare artificialmente un ecosistema naturale e, oltre a un pregevole ossimòro, hanno creato anche un disastro. È il risultato del solito stravagante progetto ecologista che, stavolta, intendeva racchiudere 5mila ettari nei pressi di Amsterdam in un'atmosfera preistorica. Il disastro è consistito nella morte del 90 per cento della fauna, quasi tutta erbivora: hanno dovuto abbattere migliaia di grandi erbivori per compassione, perché sarebbero morti di fame. Gli ecologisti non finiscono mai di stupirmi. Com'è noto, ogni loro progetto è fallito, e ogni loro affermazione è fondata su basi metafisiche senza connessione col mondo reale.

Sono quelli che auspicano un altro mondo ça va sans dire il migliore di quelli possibili e, comunque, migliore di quello attuale. Il progetto, stavolta, sarebbe quello di «rinselvaggire» il pianeta. In pratica, se questo stravagante rivolo di movimento ecologista dovesse prender piede, attendetevi l'introduzione del leone nelle campagne laziali. Come forse già sapete, sono indifferente agli animali. Il disinteresse è totale. Gli animali non li accarezzo, non li osservo, non faccio loro del male e neanche vado a caccia. E della sorte del panda mi disinteresso. Chi fa loro del male merita una punizione. Ma usarli come cavie lo trovo necessario, e trovo immorale insistere col non farlo: v'è sempre una prima volta, e meglio che la sperimenti una bestia anziché un umano. Sorry. Gli ecologisti di cui sopra, invece, pensano che le bestie siamo noi. Non dico che hanno torto, dico solo che dissento e ho già detto sorry. Secondo loro, il pianeta giusto è quello di 4mila anni fa.

La cosa straordinaria è che al cospetto del disastro in quel di Amsterdam, l'ideatore del progetto tale Han Olff non arretra: ha dichiarato che, lontano dall'essere morto, quell'ecosistema è più vivo che mai. Le carcasse di bestie sono, a suo dire, la prova del ciclo della vita. Contento lui... Mai prendere sottogamba questo tipo di «movimenti». Il salto da amante-degli-animali a nemico-degli-umani pare breve. Io che sono indifferente alla sorte del panda, sono il cattivo insensibile: devi amare gli animali, dicono. Sorvolo sull'amore per legge. Giova però ricordare che il Principe Filippo, fondatore e presidente del Wwf, ebbe a dichiarare: «Mi chiedo che effetto farebbe a reincarnarsi in un animale in pericolo d'estinzione. Quali sarebbero i sentimenti verso la specie umana, la cui esplosione demografica le ha negato l'esistenza. Confesso di essere tentato di desiderare d'incarnarmi in un virus mortale».

Più che un altro mondo, codesti ecologisti auspicano, per noi, l'altro mondo.

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