Cronache

Tutti gli adepti della setta avevano rapporti sessuali col "vampiro-licantropo"

Si finge vampiro per ottenere sesso. Studente a capo di una setta satanica. Scoperta una rete di adepti ai quali era chiesta obbedienza cieca

Tutti gli adepti della setta avevano rapporti sessuali col "vampiro-licantropo"

Una storia surreale che arriva dalla Toscana. Da Prato in particolare. Una setta satanica fermata grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Si diceva che fosse dotato di poteri soprannaturali. Un ventitreenne pratese si era volontariamente costruito una reputazione simile a quella del conte Dracula al fine di incutere terrore e rispetto. Era considerato una sorta di vampiro e lupo mannaro, l’incarnazione stessa di Belzebù. Beveva sangue mordendo le braccia delle sue vittime, le quali erano costrette pure a subirne ripetuti abusi sessuali.

Il giovane aveva messo su una vera e propria setta, composta da una ventina di membri, piegando ai propri turpi desideri gli adepti, tra i quali non mancavano minorenni. I seguaci avevano l’obbligo di inviargli immagini delle loro parti intime, partecipavano a bizzarri riti che si tenevano nei boschi. Ed erano del tutto assoggettati alla volontà del loro leader.

A portare alla luce questi crimini è stata un’inchiesta della squadra mobile di Firenze, coordinata dalla pm della procura fiorentina Angela Pietroiusti e partita dalla denuncia della madre di due studenti di 17 e 18 anni, la quale, preoccupata per l’atteggiamento ostile nonché dalle abitudini anomale dei figli, lo scorso giugno raccontò agli investigatori circa la metamorfosi da questi patita da quando avevano cominciato a frequentare un nuovo amico, appunto il ventitreenne pratese, ora accusato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale anche su minorenni.

All’alba di venerdì mattina sono scattate le perquisizioni, eseguite non solo a casa del cosiddetto vampiro, ma anche di alcuni adepti maggiorenni. Per ora le vittime accertate sarebbero quattro, però si tratta di un numero destinato a crescere. Attraverso le loro drammatiche testimonianze gli inquirenti negli ultimi mesi hanno potuto ricostruire il modus operandi dell’indagato. Un pazzo visionario che sottometteva psicologicamente le sue vittime.

Dopo avere adescato i giovani sui social network, li persuadeva di essere dei prescelti che avrebbero avuto il compito di salvare il mondo e forniva loro ragguagli sulle loro esistenze precedenti. Poi veniva stretto un indissolubile patto di obbedienza tramite il quale i ragazzi avrebbero potuto riacquistare poteri di autoguarigione, forza e agilità, a condizione di assecondare ogni richiesta proveniente dal capo.

Quest’ultimo inscenava dei siparietti in cui, con l’aiuto di un sodale, si faceva ammazzare per poi tornare in vita sotto gli occhi increduli degli adolescenti. Nel corso di queste riunioni il santone azzannava gli arti dei suoi seguaci provocando loro la perdita di copioso sangue e profonde cicatrici.

Infine, arrivava la fase dello “sblocco sessuale”: gli affiliati venivano indotti ad avere rapporti omosessuali.

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