Cronache

Prato, visite in nero all'ospedale: quattro medici arrestati

Peculato e truffa ai danni dello Stato, questi i capi di imputazione per quattro medici dipendenti dell'ospedale di Prato, con loro sono finiti ai domiciliari anche tre cittadini cinesi coinvolti nella truffa. I ginecologi avrebbero visitato i pazienti a nero durante il loro normale turno di lavoro.

Prato, visite in nero all'ospedale: quattro medici arrestati

Sarebbero quattro fin'ora i medici arrestati all'interno di un'inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Prato.

Le indagini sono partite lo scorso autunno quando, dopo aver ingerito delle pillole abortive, una ragazza cinese si sarebbe presentata all'ospedale in preda a forti dolori; lì avrebbe poi dichiarato di aver assunto i medicinali dopo che una mediatrice culturale cinese, assieme ad un medico, le avrebbe consegnato le pillole. Le intercettazioni telefoniche successivamente disposte dalla Procura, avrebbero permesso di incastrare i medici coinvolti nella truffa, senza però riuscire a risalire al fantomatico medico che prescrisse tali forniture medicinali alla giovane cinese.

Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, hanno così dimostrato che, attraverso l'aiuto di tre mediatori culturali (un uomo e due donne), le pazienti cinesi saltavano le procedure di prenotazione ospedaliera e venivano direttamente visitate dai medici compiacenti. Il costo di queste intermediazioni, fra i 100 e i 150 euro, finiva nelle tasche delle persone oggi finite ai domiciliari.

La Asl, dal canto suo, è stata ritenuta estranea ai fatti ed ha anzi aiutato nelle indagini, permettendo le registrazioni video con le quali sono stati testimoniati gli scambi di denaro in contanti fra i protagonisti della vicenda.

I ginecologi indagati assieme ai mediatori culturali, fanno parte di quello che il Gip ha definito un "sistema" di visite in nero effettuate durante l'orario di lavoro, nel quale sono coinvolte un totale di diciotto persone, i cui capi d'accusa variano dalla truffa aggravata al peculato.

Adesso le indagini proseguiranno per individuare ulteriori complici ed accertare l'eventuale responsabilità di altre figure all'interno dellla strutta ma, fin da ora, il procuratore fa sapere che il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia non ne è coinvolto.

Sul caso interviene con una nota stampa il Portavoce dell'opposizione Jacopo Alberti: "Mentre i cittadini sono costantemente alle prese con liste d'attesa infinite e ticket sempre più cari, frutto della buona sanità di Enrico Rossi, i soliti furbetti si attrezzano per scavalcare gli onesti" - "Mi auguro" - sottolinea il consigliere regionale membro della Commissione Sanità - "che la giustizia faccia il suo corso nel più breve tempo possibile."

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