Una vera e propria banda che non guardava in faccia nessuno. Erano il terrore di turisti e residenti e per un'intera estate hanno saccheggiato il centro storico di Palermo. A far luce sugli episodi, dietro il coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, il Commissariato “Oreto-Stazione” che ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal gip di Palermo, Filippo Serio, a carico di un ghanese senza fissa dimora, di un altro tunisino senza fissa dimora e di un pregiudicato palermitano, ora agli arresti domiciliari. La stessa misura è stata emessa, inoltre, per un quarto complice resosi irreperibile ed attualmente ricercato.
Le indagini, intraprese nell’estate del 2018, hanno consentito di risalire ai responsabili di numerosi reati di natura predatoria commessi nel corso degli eventi di Palermo Capitale della cultura. "Nel dettaglio, lo scrupoloso lavoro degli inquirenti ha permesso di ritenere i 4 soggetti responsabili, anche in concorso, di 4 rapine a passanti, 12 furti in appartamento/strutture turistiche e 2 ricettazioni - spiegano gli investigatori -. A tal riguardo, la tecnica dei furti - consumati soprattutto nelle strutture alberghiere e nei Bed and Breakfast del centro storico - aveva causato, per le particolari modalità operative, un certo allarme, in quanto i soggetti erano soliti penetrare, nottetempo, nelle stanze arrampicandosi dall’esterno, operando il furto di oggetti personali quali telefonini e portafogli mentre gli ignari occupanti dormivano. In uno di questi casi, poi, è stato ritenuto possibile che le vittime siano state esposte ad ipnoinducenti, poiché, al loro risveglio, oltre ad accorgersi del furto di vario materiale dalla stanza ove riposavano, avevano accusato uno stato confusionale, tipico dell’ inalazione di dette sostanze".
I ladri, secondo la ricostruzione fornita proprio dagli investigatori, non si sono fermati alle abitazioni - sia private che turistiche - ma hanno preso pure di mira alcune chiese del centro storico, impossessandosi di zaini, oggetti sacri e perfino delle somme contenute negli offertori, condotte queste penalmente aggravate, sia perché commesse in danno di un ministro del culto che usando violenza verso il cassetto delle elemosine. "Ai fini della ricostruzione degli episodi delittuosi e delle responsabilità degli arrestati - prosegue la Questura -, sono risultate determinanti, oltre che la visione delle immagini tratte dalle videocamere di sorveglianza, anche le minuziose descrizioni fornite in sede di denuncia dalle vittime, nonché i pedinamenti e gli appostamenti svolti dai poliziotti che hanno permesso di rintracciare gli indagati, in specie gli extracomunitari, soliti dormire in ripari di fortuna".
Nell’agosto del 2018, personale dello stesso Commissariato, nell’ambito della stessa attività d’indagine, aveva eseguito una perquisizione
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