Coronavirus

"Presidente, da lei solo parole". Così Conte ha illuso gli italiani

Il libro dei sogni di Conte sulla fase 3. Sulla pagina Fb del premier le proteste per gli aiuti mai arrivati: "Presidente, come faccio a vivere?"

"Presidente, da lei solo parole". Così Conte ha illuso gli italiani

Dopo qualche giorno di assenza, finalmente una nuova diretta Facebook per Conte, appuntamento fisso di questa lunga crisi da coronavirus. Tra chi ci ride su (“mi sei mancato un botto”), qualche irriducibile follower e appelli imperdibili (“mia moglie vuole solo a lei, non si concede più”), a leggere i commenti sulla pagina social del premier si percepisce che a molti italiani la retorica dei balconi non basta più. Va bene per i primi giorni, quando ingenuamente si pensa che “tutto andrà bene”. Ma quando iniziano a mancare i soldi e gli aiuti promessi non arrivano, la musica cambia.

Ieri Conte si è presentato di fronte ai cronisti a Palazzo Chigi per parlare della fase 3 del Paese, quella in cui si dovrà decidere come investire il denaro che (pare) arriverà dall’Europa. Il piano parla di investimenti pubblici e privati, modernizzazione, digitalizzazione, infrastrutture, taglio delle tasse e una fiscalità di vantaggio per il Sud. Un "libro di sogni", dice Zaia. La prossima settimana il premier dovrebbe convocare gli “Stati generali dell’economia” per parlare della ripresa con “i principali attori del sistema Italia, parti sociali, associazioni di categoria e singole menti brillanti”. Dovrebbe essere coinvolta anche l’opposizione, cui il governo sembra tendere una mano.

Mentre però Conte parlava, e Casalino al suo fianco veniva inquadrato di tanto in tanto, sui social si scatenavano detrattori e sostenitori del governo. Tra i messaggi di apprezzamento (“La bacchetta magica non esiste”, dice Maria), ne compaiono a bizzeffe carichi di riserve per l’operato dell’esecutivo. “Presidente lei lo sta dicendo da marzo che ci avrebbe aiutato”, fa notare Domenico ma “ad oggi niente di niente: solo briciole”. Il sentimento comune è: oltre le parole, ora servano “i fatti”. E i fatti significano fondi da utilizzare, sostegno, lavoro. Il riassunto lo fa Verdiana: “Possiamo parlare al presente, e non al futuro?”

Il tasto dolente sembra essere la Cig. “Sono passati 83 giorni - scrive Alexander - ma cassa integrazione zero”. Francesco invece l’ha ricevuta. Sul conto però sono arrivati solo 728,91 euro di aprile, accreditati a maggio. “Io ho famiglia, spiegami come devo fare!”. Faustina la pensa allo stesso modo: “Tre bambini, tre mesi senza stipendio… parole, parole parole…”. "Caro presidente - scrive Lorena - può chiedere ai suoi super consiglieri come si può arrivare a fine giugno con 2,43 euro visto che aspetto ancora la cassa integrazione da marzo?"

Non manca poi chi ironizza sulla gestione dell’emergenza (“Vendo collezione di autocertificazioni marzo 2020- maggio 2020, usate pochissimo poiché cambiate spesso. No perditempo”) e chi chiede interventi per i disabili, per il settore del turismo o quello degli spettacoli. Qualcuno ricorda che sono ancora bloccati i decreti interministeriali sui fondi per i professionisti iscritti alle casse private. Altri lamentano i troppi ritardi nelle erogazioni (“Io sto ancora aspettando il congedo parentale al 50% e nessuno sa niente”, racconta Nico). Chiara invece critica la scelta di dedicare risorse ai bonus biciclette e monopattini, quando “la gente ha bisogno di soldi per campare”. Molti domandano indicazioni chiare su come far ripartire i lidi estivi o semplicemente dei bonus per la santificazione. E poi ci sono le imprese. Tra partite iva, professionisti e aziende è un susseguirsi di lamentele. Nicola: "2.200 euro per tre mesi. Una azienda per quanto piccola sia, con 2.200 euro non paga nemmeno la bolletta della luce e dell’acqua". Antonella: “Le aziende hanno bisogno di liquidità, ma non la liquidità a parole… vera liquidità. Basta parole”. Sabrina: "Le piccole imprese sono alla canna del gas. Stiamo pagando tutto e non abbiamo il minimo aiuto. Affitti, tasse, senza aiuti stiamo morendo". Un’altra Sabrina: "Le banche non seguono le direttive, e le entrate non coprono i due mesi di chiusura. Sarò una partita iva che finirà di vivere grazie a promesse mancate".

In conferenza stampa Conte ha sfoggiato di nuovo la pochette, scomparsa nei mesi più duri dell’epidemia. Simbolo di rilancio? Forse. Simona però si chiede se può rivenderla per pagare il cibo dei suoi figli. Il motivo? Semplice: "‘Nessuno prenderà il lavoro’, ci disse il caro Conte. Io l'ho perso". Perché al di là dei piani per il futuro, dei miliardi del Recovery Fund (“se è come la potenza di fuoco di marzo siamo apposto”) e tutto il resto, ora conta sopravvivere. Dice Tamer: "Qualcuno deve rispondere al mio problema: cosa faccio con la mia famiglia senza reddito per tre mesi?". Più chiaro di così..

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