"Non ho mai ricevuto chiamate dagli scafisti e non ne ho mai conosciuto nessuno". Si difende così dai microfoni di Agorà Estate su Rai3 padre Mussie Zerai, il prete indagato con l'accusa di segnalare l'arrivo dei barconi e favorire così l'immigrazione clandestina.
"Ricevo solo chiamate dai migranti in difficoltà", dice oggi il religioso eritreo, "A quel punto chiamo la guardia costiera italiana e libica per far partire i soccorsi. Non esiste nessuna chat segreta in cui le Ong si mettono d'accordo".
Poi accusa il ministro degli Interni: "Minniti sa benissimo qual è la situazione in Libia oggi, quindi si assume la responsabilità, insieme alle autorità libiche di tutto quello che sta succedendo, gli abusi i maltrattamenti e le torture che avvengono nei centri di detenzione in Libia. L'Italia e l'Europa sanno benissimo cosa sta succedendo. Ho raccontato più volte delle costrizioni che gli scafisti attuano contro i migranti nei capannoni presenti sulle coste libiche.
A quelle persone interessa solo incassare i soldi e poi liberarsi di quelle persone per far posto ad altre. Ho il timore di essere stato strumentalizzato, ma non posso far altro che provare a salvare le vite di chi mi chiama".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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