Cronache

Il primario lancia l'allarme: "Per gli anziani, vaccini non prima di febbraio"

Stando all'attuale calendario delle vaccinazioni, gli anziani rischiano di essere vaccinati non prima del prossimo febbraio: è l'allarme dei medici

Il primario lancia l'allarme: "Per gli anziani, vaccini non prima di febbraio"

Domenico Arcuri poche ore fa ha presentato il piano strutturale per le vaccinazioni. Mentre in tutto il mondo si allestiscono palestre, ambulatori e spazi già esistenti, nelle piazze italiane saranno allestiti gli stand con la primula, eletto come simbolo della campagna vaccinale e progettato da un'archistar. Per una volta l'Italia avrebbe potuto rinunciare allo stile per concentrarsi sulla concretezza, ma il primo passo per noi è stato il rendering delle piazze italiane, nelle quali svetterà la primula di Arcuri. Ma mentre dal governo pensano a come arredare le città, dagli ospedali i medici lanciano l'allarme per le tempistiche dei vaccini. Il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, è stato molto chiaro: gli anzani devono essere vaccinati il prima possibile.

Il medico è stato intervistato da Il Messaggero e ha lanciato l'allarme: "Giusto partire da operatori sanitari e Rsa, ma poi sarà importante essere molto attenti nell’organizzazione della vaccinazione perché dobbiamo proteggere velocemente gli anziani, i più fragili. Salveremo molte vite e metteremo in sicurezza gli ospedali perché si ridurrà il numero di pazienti Covid-19". Le prime dosi che arriveranno a gennaio saranno sufficienti solo per i lavoratori esposti e questo sposterà in avanti le tempistiche per la vaccinazione dei soggetti fragili: "Il problema esiste. E non riguarda solo chi ha più di 80 anni, ma anche i settantenni che ovviamente saranno vaccinati successivamente". Quindi, le tempistiche reali per le vaccinazioni rischiano di non essere quelle sbandierate dal governo: "Questo fa sì che per gli ultra ottantenni la vaccinazione comincerà solo a febbraio. E ci vorrà comunque tempo per proteggere tutti. Non solo: spero che si parta subito con una campagna di informazione per evitare che prevalga la diffidenza, visto che ci si vaccina su base volontaria. Bisogna spiegare ai cittadini perché è necessario vaccinarsi e perché è sicuro"

Potrebbe rappresentare un problema la battuta d'arresto di AstraZeneca e Sanofi, due delle aziende dalle quali l'Italia ha acquistato i vaccini, che rappresentavano una delle quote maggioritarie per l'approviggionamento nel nostro Paese. Tuttavia, Roberto Cauda è ottimista in tal senso: "Non penso che sia questo il problema. Parlare a posteriori non ha molto senso. Giustamente comunque l’Unione europea e l’Italia hanno puntato su un ampio numero di vaccini perché quando si fa ricerca è normale che vi siano incidenti di percorso, sperimentazioni da perfezionare, procedure da rivedere. In realtà, è già un successo sapere che in Italia avremo le prime dosi a gennaio". L'incidente di percorso di AstraZeneca, in ritardo con la sperimentazione, potrebbe non rappresentare un ostacolo.

C'è l'ipotesi che il vaccino di Oxford venga inizialmente destinato solo agli under 55, ossia la fascia di età per la quale la sperimentazione è più avanti: "Può essere una strada, riservando inizialmente il vaccino Pfizer a operatori sanitari prima e anziani poi".

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