Cronache

Mattarella va in Vaticano. Immigrati, Papa Francesco: "Serve più aiuto dall'Ue"

Accompagnato dalla figlia e da cinque nipoti il Presidente della Repubblica ha incontrato Bergoglio. Dal pontefice "grido di lavoro per il lavoro"

Il Presidente Sergio Mattarella a colloquio con Papa Francesco
Il Presidente Sergio Mattarella a colloquio con Papa Francesco

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in visita in Vaticano, per un incontro con Papa Francesco. Si tratta del primo faccia a faccia tra i due. Mattarella era ccompagnato dalla figlia Laura e dai cinque nipoti. La delegazione ufficiale, guidata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, è composta da 13 persone. Il saluto tra Bergoglio e Mattarella due è stato molto semplice: un buongiorno appena sussurrato, al quale il Capo dello Stato ha risposto ripetendo "grazie". Alle 10,54 è poi iniziato il colloquio nella adiacente biblioteca privata dell’appartamento. Mattarella e il Papa hanno atteso in silenzio che uscissero i fotografi e i cameramen. Il colloquio privato è durato ventitre minuti.

La visita di Mattarella in Vaticano "a soli due mesi" dall’elezione "manifesta le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l’Italia", ha sottolineato Papa Francesco nel suo saluto al Capo dello Stato, ricordando che "tale gesto" si pone "in continuità" con le visite di Napolitano e con l’ormai lunga tradizione, che "in particolare dal periodo conciliare, vede infittirsi le occasioni d’incontro tra le supreme autorità civili italiane e quelle della Chiesa universale. I Patti Lateranensi, recepiti dalla Carta Costituzionale repubblicana, e l’Accordo di Revisione dei medesimi hanno offerto - ha affermato il Papa - un solido quadro di riferimento, all’interno del quale si sono pacificamente sviluppati e rafforzati i rapporti tra Italia e Santa Sede, garantendo la reciproca sovranità e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collaborazione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune".

"La carenza di lavoro per i giovani - sottolinea il Papa - diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perchè si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità".

"Le diverse componenti ideali e religiose che compongono la società - è il monito del pontefice - non vengano strumentalizzate o distorte "a fini di violenza e sopraffazione. "La Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza, e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillità, che solo i pubblici poteri possono promuovere", osserva il Papa nel ricordare che "questi ultimi, a cui primariamente spetta di predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinché la società civile dispieghi tutte le sue potenzialità, trovano nell’impegno e nella leale collaborazione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione. La reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione".

Nel suo discorso il Papa ha voluto esprimere "gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza. È evidente - ha aggiunto - che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale".

"Considero il colloquio appena concluso - ha detto Mattarella - per l'intensità che lo ha accompagnato, una testimonianza preziosa del rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e lo Stato italiano. Le porgo, accanto al mio personale - aggiunge Mattarella - il saluto del popolo italiano, il cui affetto nei suoi confronti vediamo crescere giorno dopo giorno. Il dramma della disoccupazione e delle nuove povertà rischia di inghiottire il futuro di intere generazioni. Si impone una visione dello sviluppo economico e sociale che sappia rimettere al centro la persona e la famiglia".

"Governo e parlamento italiani - ha aggiunto il Capo dello Stato - sono impegnati ad adottare misure che consentano al nostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi che è stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si inizia a intravedere l’uscita".

Tema immigrati. "Con quelle vite spezzate - ha detto Mattarella - si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità".

"La libertà religiosa appartiene alle più autentiche aspirazioni delle persone e costituisce un cardine della Costituzione italiana - ga ribadito il Presidente della Repubblica nel suo intervento -. La violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo interpella con forza le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza".

"Il dialogo tra le grandi tradizioni religiose appare tanto più urgente nel momento in cui si avverte - anche nel nostro Paese - la minaccia del terrorismo internazionale, che spesso si nasconde dietro inaccettabili e pretestuose rivendicazioni religiose - ha aggiunto - l’Italia si sente impegnata perchè prevalgano i principi di reciproca comprensione e collaborazione, premessa indispensabile di una vera pace".

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