Privilegiati a 5 Stelle

Di Maio e Di Battista (da 7 mesi in ferie) attaccano i "privilegiati" dalle Dolomiti. Ma vivono a spese nostre

Privilegiati a 5 Stelle

Sono riapparsi insieme, Di Maio e Di Battista, in un video postato dalle loro vacanze di Natale, un po' alla Boldi-De Sica. Un ritorno, quello della storica coppia grillina, studiato per provare ad arginare il costante arretramento dei Cinque Stelle e contrastare l'egemonia mediatica e politica di Salvini. I due si sono presentati sorridenti da Moena, una delle perle delle Dolomiti, e hanno ribadito la loro missione: punire i privilegiati e stroncare lo sperpero di soldi pubblici. E dire che Di Maio e Di Battista nei privilegi e negli sperperi ci sguazzano da sei anni, tanto che, pur non avendo lavorato un giorno in vita loro, oggi si possono permettere vacanze di fine anno in una prestigiosa località sciistica. Il primo, Di Maio, da quando è entrato in politica ha intascato malcontati novecentomila euro di soldi pubblici, il secondo - non essendosi ricandidato - un po' meno, diciamo sugli ottocentomila, sufficienti comunque per permettersi - con un contributo del Fatto Quotidiano su cui pare abbia scritto qualcosa - di stare quasi un anno in giro per il mondo con moglie e figlio appresso, mentre la sua azienda di famiglia stava praticamente fallendo. E, al netto delle tanto sbandierate restituzioni dei parlamentari, allo Stato non è tornato in tasca nulla.

Questi due ragazzotti sono il prototipo dei privilegiati e hanno distribuito privilegi a piene mani, altro che fermare gli sperperi. Di Maio ha assunto una sua segretaria pagandola più di un primario ospedaliero (circa settantamila euro all'anno) e ha piazzato il suo amico Rocco Casalino a fare da portavoce-cane da guardia di Conte con uno stipendio, 169mila euro, superiore a quello del primo ministro stesso. Per non parlare della nomina di 30 nuovi vicedirettori in Rai (cinque in più dell'epopea renziana) e di una infinità di amici piazzati un po' ovunque.

Beati loro, entrambi, Di Maio e Di Battista, hanno le aziende di famiglia a pezzi, i parenti inseguiti da creditori e pm e si possono permettere - anche con soldi nostri - vacanze sulle Dolomiti da dove ci hanno fatto pure sapere di voler abbassare lo stipendio dei politici.

Il che suona come una ulteriore presa per i fondelli perché se mai fosse vero (tranquilli, non accadrà mai) il taglio andava fatto non dopo ma prima di mettere le mani in tasca a pensionati e associazioni di volontariato, furti di stato denunciati con forza anche dal presidente Mattarella nel discorso di fine anno.

Povero presidente, si è augurato per il 2019 una politica con «meno improvvisazione e più competenza» e, dopo poche ore, si ritrova con 'sti due, uno dei quali lautamente mantenuto da noi (molto più dei presunti pensionati d'oro), che continuano imperterriti a giocare ai moralizzatori. Vogliono dare la caccia ai privilegiati? Non è difficile, ogni mattina guardandosi allo specchio uno certamente lo vedono.

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