Coronavirus

"Pronti per settembre 400 milioni di vaccini" (E il macaco sta benone)

L'azienda partner di Oxford scommette sulla sperimentazione in atto e produce le dosi

"Pronti per settembre 400 milioni di vaccini" (E il macaco sta benone)

La sperimentazione a Oxford non è ancora finita ma, sulla fiducia, si sta già organizzando la distribuzione del vaccino. La multinazionale farmaceutica AstraZeneca ha concluso i primi accordi per almeno 400 milioni di dosi e annuncia le consegne dell'anti Covid per settembre. Questo sarebbe solo un primo passo prima della produzione più massiccia di un miliardo di dosi.
Di fatto si tratta di una scommessa. Se la sperimentazione andrà bene, l'azienda sarà la prima a conquistare il mercato della cura contro il virus, altrimenti i primi lotti andranno gettati via. Ma vale la pena mettersi in gioco, vista l'entità economica della partita. Tutto fa ben sperare nella buona riuscita dei test. Innanzitutto perchè la notizia del macaco ammalato durante le sperimentazioni è falsa. E poi perchè anche le prove sui 510 pazienti volontari sembrano dare risultati incoraggianti.
«Il macaco in questione, su cui è stato scritto di tutto, sta benone. Non ha mai avuto la polmonite, come erroneamente pubblicato da alcuni quotidiani, ma ha solo presentato una traccia di virus nel naso, quindi al massimo si prenderà un raffreddore - spiega Piero Di Lorenzo, amministratore delegato della Irbm, società di Pomezia che si occupa di scienze biomedicali e che sta collaborando alla ricerca di Oxford - Questo tuttavia non ha impedito all'autorità regolatoria inglese di dare il via libera alla sperimentazione su 510 volontari sani. Incrociando le dita, il test clinico sta procedendo nel migliore dei modi. Non si registrano problemi. Se alla fine del mese non verranno riscontrati effetti nocivi sui volontari già vaccinati, la sperimentazione verrà allargata a 3mila persone. E a settembre saremo pronti».
L'azienda Astrazeneca, la terza partner del progetto coordinato da Oxford, spiega che sta collaborando «con un certo numero di paesi e organizzazioni multilaterali per rendere il vaccino ampiamente accessibile in tutto il mondo in modo equo».
L'azienda ha anche ricevuto oltre un miliardo di dollari dalla US Biomedical Advanced Research and Development Authority per lo sviluppo, la produzione e la consegna del vaccino, a partire dall'autunno. Il programma di sviluppo include uno studio clinico di fase tre con 30mila partecipanti e uno studio pediatrico. Inoltre, la società si sta impegnando con organizzazioni internazionali, compresa l'Oms, per «un'equa allocazione e distribuzione del vaccino in tutto il mondo - spiega l'amministratore delegato Pascal Soriot - Faremo tutto il possibile per rendere questo vaccino rapidamente e ampiamente disponibile».
Il mese scorso è stato avviato uno studio clinico di fase uno/due per valutarne la sicurezza, l'immunogenicità e l'efficacia in volontari sani di età compresa tra 18 e 55 anni. A breve sono attesi i dati dallo studio che, se positivi, porterebbero a studi in fase avanzata in numerosi paesi.
Nei giorni scorsi anche la società americana Moderna Biotech, uno dei big in corsa per la scoperta del vaccino, ha annunciato che la fase uno sui primi volontari è andata bene e che, entro la fine di luglio, comincerà la sperimentazione su una platea più amplia di pazienti.

Ovviamente le aziende comunicano con una certa fretta le loro novità, non solo per dovere di scienza ma anche per «muovere» il mercato e far impennare la Borsa.

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