Cronache

Prosciuttopoli: l'Istituto Parma Qualità sospeso per la sparizione di alcuni documenti

L'ente è incaricato dal ministero delle politiche agricole e alimentari per supervisionare le filiere e rilasciare la certificazione Dop al prosciutto di Parma, al prosciutto di Modena, al culatello di Zibello e al salame di Varzi

Prosciuttopoli: l'Istituto Parma Qualità sospeso per la sparizione di alcuni documenti

Prosciuttopoli prosegue. Oltre trecento sono i soggetti segnalati all'autorità giudiziaria, più di 800mila le cosce sequestrate e circa 500mila i prosciutti ritirati dal mercato delle produzioni Dop. Parliamo del 20 per cento della produzione italiana annua di prosciutti di Parma e San Daniele.
Il caso va avanti da qualche anno e prosegue ancora oggi con la sparizione di alcuni documenti all'Istituto Parma qualità (Ipq), come si legge nell'articolo di Roberto La Pira, sul giornale "Il Fatto alimentare".

L'ente (privato) è incaricato dal ministero delle politiche agricole e alimentari per supervisionare le filiere e rilasciare la certificazione Dop al prosciutto di Parma, al prosciutto di Modena, al culatello di Zibello e al salame di Varzi. Il 16 maggio scorso, però, sarebbe stato sospeso per tre mesi perché alcuni documenti risultano introvabili.
Già lo scorso anno l'istituto di controllo era stato chiuso per sei mesi perché nessuno dei suoi tecnici pare si fosse accorto che venivano commercializzati falsi prosciutti di Parma. Parliamo dello scandalo "Prosciuttopoli" appunto.
Come si legge sul Fatto Alimentare, ancora forte è il dubbio su come un istituto di controllo non abbia compreso che quasi un milione di cosce di suino non adatte a diventare prosciutto Dop siano state vendute e anche a caro prezzo ai consumatori.

Sul caso si è anche espresso Gian Luca Sassi, ex consigliere regionale dell'Emilia Romagna del Movimento Cinque Stelle, ora nel gruppo misto. "L'inchiesta - ha dichiarato Sassi - riguarda un nutrito gruppo di allevatori che vendevano suini destinati alla lavorazione per i prosciutti di Parma e di San Daniele provenienti da razze non riconosciute dal disciplinare come adatte. Ma provenienti da esemplari danesi Duroc, considerati più performanti di quelli nostrani in termini di rapidità di crescita". Come è avvenuto il controllo sui prosciutti presenti in commercio? Sassi continua: "Credo sia arrivato il momento che le autorità sanitarie veterinarie regionali dell'Emilia-Romagna riprendano il pieno controllo della filiera suinicola locale. Un controllo che manca dal 2015", anno della delibera regionale sulla 'Riorganizzazione della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali' con cui è stato eliminato il servizio veterinario e igiene degli alimenti della Regione. Non sarà, probabilmente, un caso visto che "prosciuttopoli" è iniziato con le nascite dei maiali nell'aprile del 2014 ed è andata avanti fino a gennaio 2017 quando è stata aperta l'inchiesta da parte della Procura di Torino.

Tutto sarebbe partito da un centro genetico del torinese – il primo a commercializzare sperma di maiale danese. Il giro d'affari si è poi ingigantito, secondo quanto riportato da "business insider", in base a un patto tra allevatori, ingrassatori, macellai e produttori. Fino all'epilogo giudiziario.
Ora, però, con una nuova sospensione dell'Istituto Parma qualità il prosciutto crudo di Parma rischia la Dop (la denominazione di origine protetta) e a pagarne le conseguenze potrebbero essere i consumatori e gli allevatori che invece lavorano in modo onesto.

Secondo Sassi una soluzione potrebbe essere quella di "una banca dati unica nazionale con il Dna dei diversi maiali, adatti a diventare prosciutto Dop, potendo così eliminare ogni incertezza sui controlli".

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