"Fermare l'emergenza migranti". L'Imam di Catania zittisce la sinistra

Dal presidente della comunità Islamica arriva un appello al prossimo governo, affinché "ponga fine alla continua speculazione sulla pelle dei deboli" e gestisca l'emergenza migranti

"Fermare l'emergenza migranti". L'Imam di Catania zittisce la sinistra

L'immigrazione incontrollata e non gestita è un problema da qualunque parte la si voglia guardare. Far entrare chiunque nel Paese non arreca solamente un danno al tessuto economico e sociale della nazione ma anche ai disperati che sbarcano in Italia, convinti di trovare migliori condizioni di vita e, invece, vengono abbadonati a se stessi, preda della malavita che li sfrutta come manodopera a basso, bassissimo, costo. Ma questo a sinistra sembrano non capirlo e così lasciano che chiunque varchi i confini del Paese in modo illegale, con i risultati che sono ben visibili nelle città italiane, dove il degrado è, ormai, dilagante.

Per spiegare alla sinistra che, no, questo non è il modo di gestire l'accoglienza, è intervenuto anche l'Imam di Catania, nonché presidente della comunità Islamica in Sicilia, Abdelhafid Kheit, che in relazione alle prossime elezioni del 25 settembre ha spiegato: "Mi aspetto una politica estera che si incentri sugli interessi dell'Italia. Un governo forte che sia in grado di governare e vada oltre le solite lotte di potere che sono diventate una 'storia' tutta italiana". Ma, soprattutto, Abdelhafid Kheit, auspica "una migliore gestione dell'immigrazione che ci permetta di uscire dallo stato di emergenza che esiste da troppo tempo e che si ponga fine alla continua speculazione sulla pelle dei deboli". L'imam non poteva usare parole più chiare per descrivere il caos nel quale è precipitata l'Italia negli ultimi anni.

Lo stesso Abdelhafid Kheit parla di "stato di emergenza" in relazione alla gestione dei migranti, che non si limita solamente ad agevolarne l'arrivo, come fanno le ong, ma è un concetto molto più ampio. Infatti, nella gestione sono incluse anche le fasi successive, quelle dell'accoglienza, che un Paese civile deve garantire a chi varca i suoi confini. Con un flusso migratorio di irregolari così ingente, l'Italia non è in grado di fare fronte nemmeno alle esigenze dei profughi, che hanno realmente diritto all'accoglienza, perché meritevoli di tutela internazionale. Il risultato è l'abbandono per i migranti e il degrado per l'Italia.

"Anche con una interpretazione molto generosa delle norme sui rifugiati che è stata applicata dall'Italia in questi anni, solamente l'8% di chi è sbarcato illegalmente ha ottenuto il diritto ad asilo o protezione. Gli altri, per la quasi totalità uomini soli adulti in età da lavoro, sono semplicemente immigrati illegali", ha spiegato Giorgia Meloni in un suo recente post condiviso su Facebook. La leader di Fratelli d'Italia, anche per questo motivo, rilancia il blocco navale nella configurazione del nuovo patto Ue per la migrazione e l'asilo voluto da Ursula Von der Leyen. "Questo è l'unico caso, in pratica, in cui 'ce lo chiede l'Europa' ma non piace alla sinistra e non va bene", ironizza Giorgia Meloni.

Il principio sul quale si basa il blocco navale ipotizzato da Giorgia Meloni non è quello delle navi disposte stile "battaglia navale" sul quale l'ex sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ha cercato di impostare una polemica populista.

Si tratta, come ha spiegato la leader di Fratelli d'Italia, di "una missione europea in accordo con gli Stati del Nord Africa per fermare, insieme a loro, la tratta di esseri umani e istituire in territorio africano hotspot gestiti insieme all'Unione europea, dove vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto alla protezione internazionale da chi quel diritto non lo ha".

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