Coronavirus

Via alle prove sui farmaci. I risultati entro un mese

Al San Matteo di Pavia si studia il plasma dei guariti come già in Cina

Via alle prove sui farmaci. I risultati entro un mese

Il vaccino «potrebbe arrivare entro la fine dell'anno» si sbilancia il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, che annuncia la richiesta dell'autorizzazione ai test da parte di alcuni gruppi. Ma nel frattempo non possiamo pensare di combattere questa guerra solo con diagnosi precoci e quarantene di massa. Non in questa fase in cui i contagi sono impennati. Si usano quindi i farmaci che sembrano avere qualche effetto, almeno per inibire gli effetti del virus. Uno dei più promettenti è il tocilizumab, nato per combattere l'artrite ma inaspettatamente efficace anche sui malati con insufficienza respiratoria.
LA SPERIMENTAZIONE
La sperimentazione autorizzata dall'Aifa (agenzia del farmaco) è cominciata e ad oggi coinvolge 411 pazienti e 281 centri in tutta Italia: 57 in Lombardia (con 241 pazienti), 49 nelle regioni del Centro Italia e 92 al Sud. L'obiettivo è dimezzare al 7,5% dei casi la mortalità che oggi si attesta al 15%. Il farmaco potrà essere somministrato ai pazienti gravi che sono stati intubati da meno di 24 ore. E i primi risultati dovrebbero essere evidenti tra qualche settimana.
L'ANTI VIRALE
Pronta anche la sperimentazione con il remdesivir, l'antivirale che sembra registrare «dati preliminari promettenti» anche secondo il direttore generale di Aifa Nicola Magrini. Insomma, si seguono varie strade per vedere quale può essere la più promettente e trovare uno scudo all'infezione, sia per curare i malati di oggi sia per farsi trovare pronti al prossimo autunno, quando l'epidemia potrebbe ripetersi, ammesso che ci sia una tregua estiva grazie alle temperature che inibiscono la trasmissione delle infezioni respiratorie.
Ogni studio, come specificato nel decreto Cura Italia, sarà coordinato dall'agenzia Aifa, che ha il compito di approvare le varie sperimentazioni in corso in Italia. Spetta invece al comitato etico dello Spallanzani di Roma affiancare il lavoro e «vigilare» sul protocollo.
IL PLASMA DEI GUARITI
Un'altra via piuttosto promettente è quella del plasma ricavato dal sangue dei pazienti guariti. Ci hanno già provato i cinesi, con risultati buoni, come spiega Lu Ming di Wuhan, il capo della delegazione di medici arrivata in Italia a darci supporto nella battaglia contro il virus. La sperimentazione cinese ha coinvolto mille malati dando risultati già dopo uno o due giorni. Al San Matteo di Pavia si sta perseguendo lo stesso metodo, approvato dall'Organizzazione mondiale della sanità, e si è in attesa dell'autorizzazione delle autorità sanitarie a interrare il plasma. Le speranze su un risultato arrivano anche dal fatto che l'azienda farmaceutica giapponese, la Takeda, abbia già sviluppato un farmaco usando parti del sistema immunitario prelevate dal plasma dei guariti. «La siero terapia è un tentativo eroico - spiega il virologo del San Raffaele, Roberto Burioni - ed è stata utilizzata anche per combattere la spagnola. Tuttavia c'è un problema di proporzioni: le persone guarite, che potrebbero quindi donare il plasma, sono ancora troppo poche rispetto ai malati gravi.

Però questa è una via da seguire».

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