Pubblicità come indicatore di rischio per combattere l'evasione

Lo spiega, in un intervista a Il Sole 24 Ore, Giuseppe Arbore, Capo del III reparto operazioni del Comando generale GdF

Pubblicità come indicatore di rischio per combattere l'evasione

Utilizzare la pubblicità come "alert" per scovare attività irregolari e prodotti contraffati.

Giuseppe Arbore, Capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di Finanzia, in un intervista a Il Sole 24 Ore spiega come la pubblicità stia diventando sempre più un utilissimo strumento da utilizzare nella lotta all'illegalità una volta "incrociata con l'attività di controllo effettuata direttamente sul territorio". Difatti, l'analisi delle pubblicità "permette di stanare quei fenomeni pù diffusi nelle località ad alta vocazione turistica".

Il richiamo è alle attività di controllo che le Fiamme Gialle stanno effettuando sulle cosiddette "case vacanze" e che hanno fatto emergere come 2 su 3 siano irregolari e riescano a sfuggire al fisco. Nello specifico le attività ispettive portate a termini al 5 agosto scorso sono state 404, e dai controlli effettuati le violazioni riscontrate sono state 1680 e 256 attività sono risultate irregolari. Le operazioni sono state svolte partendo dall'attività a monte in cui sono stati incrociati dati e informazioni raccolte sui data base e poi agendo direttamente sul territorio attraverso i controlli sul luogo. Centrale, dunque, è stata la ricerca di informazioni attraverso le pubblicità e inserzioni raccolte sul web, attraverso i siti dedicati come accaduto nelle indagini della procura di Genova su possibile evasione dell'Iva nelle operazioni di intermediazione di Booking.com sugli affitti delle abitazioni di privati senza partite Iva.

La pubblicità è utilissima anche nella lotta in un altro settore sotto osservazione e ad alto rischio durante il periodo delle vacanze: quello delle frodi nelle erogazioni di carburante. "Chi fa il pieno difficilmente può verificare se i litri di carburante erogati corrispondano realmente al prezzo praticato" dichiara Arbore nell'intervista, e oltre alle semplici frodi sul reale costo o quantità del carburante erogato ci sono anche altri modi: "anche le frodi e chi le mette in campo si aggiornano e utilizzano nuove tecnologie. Una di queste è la manomissione degli erogatori a distanza, senza intervento diretto sulla pompa. In alcuni casi basta un semplice telecomando".

A Napoli, ad esempio, grazie all'analisi delle pubblicità promozionali e il riscontro in luogo è stato scoperto un traffico irregolare di gasolio da oltre 17 milioni di accisa evasa con il sequestro di 4 stazioni di servizio.

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