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Pure le varianti "discriminano". Occhio a come parlate

L'Oms rinomina le varianti del coronavirus con le lettere dell'alfabeto greco. Evitare stigmatizzazioni e discriminazioni. Arriva il politically correct sanitario

Pure le varianti "discriminano". Occhio a come parlate

Al palazzo ginevrino deve essere in corso una gara per distruggere dalla base la credibilità dell’istituzione sanitaria mondiale. Perché, cribbio, uno può pure sorvolare su errori, ritardi, indagini farlocche in Cina e trasparenza zero. Ma per quale diavolo di motivo l’Oms dovrebbe preoccuparsi della “stigmatizzazione” provocata dai nomi delle varianti del coronavirus? Direte: ma che stai a dì? Ecco, il tema è talmente imbarazzante da lasciare a bocca aperta: tipo il genio della lampada di fronte al bacio tra Jasmine e Jafar in Aladdin (e scusate la citazione aulica). In pratica l’Organizzazione mondiale della sanità ha appena annunciato di aver cambiato il nome delle varianti di Sars-Cov-2. Al diavolo la mutazione “indiana”, “sudafricana”, “inglese” e chi più ne ha più ne metta. Anziché associarle al Paese in cui sono state scovate per prime, bisognerà adattarsi a questa sorta di perbenismo sanitario: ad gni tipo di coronavirus verrà attribuita una lettera dell’alfabeto greco, così da evitare episodi di “discriminazione” verso gli Stati d'origine.

I virus saranno divisi in due gruppi. Da una parte le “varianti di preoccupazione” (VOC) e dall’altra quelle “di interesse” (VOI). Le prime sono le più problematiche, con un’altra trasmissibilità, e riguardano le mutazioni inglese, sudafricana, brasiliana e indiana: saranno chiamate da oggi Alfa, Beta, Gamma e Delta. Il secondo insieme, quello VOI, contiene invece varianti per il momento tenute solo sotto osservazione, ma non ancora allarmanti. Si tratta di B.1.427 (sorta in Usa), P.2 (Brasile), B.1.525 (trovata in diversi Stati), P.3 (Filippine), B.1.526 (Stati Uniti) e B.1.617.1 (India). Da oggi saranno rispettivamente Epsilon, Zeta, Eta, Thera, Iota e Kappa.

Caspiterina, vien da pensare. Ne hanno di problemi seri da risolvere i sottoposti di Tedros Adhanom Ghebreyesus se possono dedicarsi a cotanta sciocchezza. Pare che abbiano creato un gruppo di esperti apposito per ideare il nuovo sistema (sai che sforzo) e che il dibattito sia durato mesi (ambè). Oltre all’alfabeto greco, il team di eminenze aveva ipotizzato l’utilizzo delle divinità greche (immaginatevi: “Mi sono appena beccato uno Zeus”). Ma anche termini inventati o una banale classificazione numerica (Voc1, Voc2,…), che però in alcuni casi poteva ricordare per assonanza una parolaccia inglese.

Fatto sta ci toccherà rifare il vocabolario. E ci teniamo a precisare: l’idea di rinominarle non ha scopi scientifici. No. Perché i cervelloni continueranno a utilizzare i difficili termini alfanumerici, che contengono una miriade di informazioni a noi sconosciute. Quella dell’Oms è proprio una mossa di comunicazione virologica, e in parte politica, in perfetta linea col politically correct sanitario: lo scopo è evitare che una variante particolarmente antipatica venga identificata con uno Stato, il che - sostiene l’Oms - sarebbe “stigmatizzante e discriminatorio”. Domanda: almeno che il virus è cinese potremo continuare a dirlo oppure no?

Che poi decisione del genere in un altro momento forse avrebbe significato meno di zero. Però oggi l’Oms non naviga proprio sulla cresta dell’onda. Anzi. Se invece di passare mesi a trastullarsi coi nomi delle divinità greche si fossero concentrati sulla lotta al Covid, non sarebbe stato meglio? Oppure: perché non indirizzare gli sforzi sulla missione in Cina? Perché non provare a capire qualcosa in più sull’origine “non naturale” del coronavirus, magari dando ascolto a Biden e agli scienziati che chiedono un’analisi seria su questa teoria sempre meno “complottista”? Segnaliamo poi che ci sarebbero ancora da chiarire un paio di questioni riguardo all’indipendenza dell’Ente. Avete presente la storia del dossier di Zambon sull’Italia, ritirato in fretta e furia dal sito dell'Oms? Dalle inchieste giornalistiche emergono strani rapporti col governo, con l'organizzazione pronta a piegarsi a giochini politici interni. Più che mettersi a modificare nomi, all’Oms servirebbe di cambiare spartito.

Senza inventarsi boiate politicamente corrette.

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