"Putin è una...", Viola la climatologa e Belgrado: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la guerra in Ucraina, le armi in Ungheria e la guerra al carbone di Antonella Viola

"Putin è una...", Viola la climatologa e Belgrado: quindi, oggi...
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- il discorso pragmatico (virtù mancata a molti europei in questi 11 giorni di guerra) del ministro degli Esteri della Moldavia, Paese che rischia di fare la fine dell’Ucraina. Non hanno imposto le sanzioni perché si ritengono "troppo deboli per alzare la voce” e temono di arrivare ad "un punto di rottura”. Inoltre, ci tiene a far sapere che “dal 1994 la Moldavia è un Paese neutrale”, che non intende entrare nella Nato perché troppo “pericoloso”. Non è detto, ma potrebbe bastare ad evitare l’invasione…

- lo stesso infatti la Polonia, che “non manderà i suoi jet militari in Ucraina né le consentirà di usare i suoi aeroporti”. Il motivo è semplice, e pure qui assolutamente pragmatico: se sei vicino al nemico, non vivi solo di principi, ma anche di analisi militari e geopolitiche. Stuzzicare Putin, oggi, può essere pericoloso

- fa un passo di lato pure Orban con la sua Ungheria: le armi in transito verso l'Ucraina non potranno passare dal territorio magiaro. Se a questo aggiungiamo il fatto che Draghi s'è lamentato per la poca rapidità con cui alcuni Stati stanno imponendo le sanzioni alla Russia, si capisce che forse il fronte europeo non è così solido come potevamo immaginare

- interessante e discutibile intervista del Corsera allo storico Medvedev, che alla fine del suo ragionamento sul perché della guerra, conclude così: “Non ne posso più della retorica occidentale. Esistono modelli di società diversi da quello americano (…). Il mondo non è più bipolare, e sta andando in un’altra direzione. Putin e la Russia vi hanno aspettato a lungo. E poi hanno deciso di fare da soli”. Riflettiamoci un po’, mentre condanniamo giustamente l’aggressione russa all’Ucraina: perché il mondo non è mai tutto bianco o tutto nero

- Antonella Viola da virologa a climatologa, esperta di energia e omofobia. In assenza di temi covid di cui parlare, la scienziata si butta sulle centrali a carbone. Dice che inquina (maddai) che è pericoloso per i minatori (scopertona), per la salute di tutti (anvedi), per il pianeta (non l’avrei mai detto). Poi biasima la scelta di Draghi di riaprirle (“preferiamo consumare di meno”), sostenendo che il governo sia lontano dai sentimenti della gente come nel caso del Ddl Zan. È pronta per il salto in Parlamento?

- Sempre la Viola scrive: "Se durante la pandemia abbiamo obbligato gli italiani a restare chiusi in casa per mesi, perché in una situazione di emergenza energetica non chiedere loro di risparmiare energia?”. Quindi dal lockdown sanitario a quello energetico: ecco le soluzioni dei nostri insigni scienziati. Vorrei far solo notare alla professoressa che, quando arriveranno le bollette, le famiglie finiranno automaticamente col ridurre i consumi: non c’è bisogno di un Dpcm. Quelli che non possono permettersi di ridurre i consumi, se non in parte, sono le aziende. Che se staccano la corrente smettono di produrre. E se smettono di produrre non vendono. E se non vendono, non fatturano, quindi licenziano gli operai. Che a quel punto senza stipendio non avranno di che pagare il cibo, figuriamoci la corrente. Claro?

- giornata di attesa sul fronte ucraino. Continuano i bombardamenti sulle città ucraine, ed è un dramma. Forse domani si aprono davvero i corridoi umanitari. Speriamo. C'è aria di una guerra lunga, che non finirà in breve tempo. Solo per fare un salto nella storia: nel 1999 i bombardamenti Nato su Belgrado durarono 78 lunghi giorni prima di piegare del tutto la Serbia

- in un ipotetico mondo spaccato in due, con Usa-Ue da una parte e Cina-Russia dall’altra, proviamo a ricordare l’insegnamento di questi mesi. Loro hanno materie prime, gas e industrie a basso costo, noi il know how (per quanto ancora?). Occhio a non rimanerci fregati

- una

Porsche con targa russa vandalizzata da ignoti. Sul cofano il malcapitato proprietario s’è trovato la scritta “Putin è una m…”. In cirillico, così lo capisce bene. Diciamo che forse bastava tagliargli le gomme

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