Cronache

A Bolzano si vive meglio, a Roma sempre peggio: sprofonda all'85° posto

Nella classifica di ItaliaOggi, stilata in collaborazione con La Sapienza, si riconferma al primo posto Bolzano per qualità della vita. Roma, invece, scende all'85° posto

A Bolzano si vive meglio, a Roma sempre peggio: sprofonda all'85° posto

Bolzano, Trento e Belluno. È lì che si vive meglio. Almeno per quanto riguarda la qualità della vita. A stabilirlo è la classifica stilata dall'indagine 2018 di ItaliaOggi Sette-Università la Sapienza di Roma, giunta alla sua 27esima edizione. Graduatoria che mostra tutti i volti dell'Italia, tra virtù, cambiamenti e criticità delle province e delle aree più importanti del Paese. E quest'anno si confermano diverse tendenze già prese in analisi nelle indagini passati. Per esempio, che la qualità della vita italiana è caratteristica delle piccole e medie città del Nord-Est e, in misura minore, del centro.

Buone qualità della vita (quasi) ovunque

In generale, però, la ricerca mostra un Paese in cui le condizioni sono positive. Nel 2018 sarebbero, infatti, 59 su 110 le province in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile, rispetto ai 56 del 2016 e del 2017. Quello del 2018 è il miglior dato registrato negli ultimi cinque anni. È rimasta stabile la situazione del Nord-Ovest e del Mezzogiorno, è migliorata nettamente quella del Nord-Est e del Centro.

La divisione per caratteristiche

Ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso (che risulta essere la provincia più sicura d'Italia) e Cuneo. Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro. Poi Parma, Siena, Trento e Piacenza, quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica. Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente "sistema salute". Male, invece, Vibo Valentia, in coda alla classifica insieme a Catania, Napoli, Siracusa e Palermo.

Nei centri piccoli si sta meglio

Secondo lo studio, la città ideale in cui vivere ha mediamente 100mila abitanti. Nelle prima 40 posizioni, infatti, soltanto Verona e Padova hanno poco più di 200mila cittadini, mentre Brescia, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Trento, Forlì, Vicenza, Bolzano e Piacenza ne hanno più di 100 mila, tutte le altre 28 città hanno un numero inferiore. La tesi secondo cui la qualità della vita si alza nei centri più ridotti è confermata dalle posizioni in classifica di città più grandi. Milano arriva 55esima, Torino 78esima e Roma 85esima. Palermo scende ancora più giù, al 106° posto, seguito da Napoli, al 108°. La capitale, più di altre, quest'anno segna un forte balzo all'indietro, perdendo 18 posizioni rispetto all'anno scorso. Nello studio, poi, appare più sfumato il contrasto tra zone settentrionali e meridionali in relazione al benessere economico. Quest'anno, per esempio, Teramo e Matera tornano nella prima metà della classifica.

La metafora dello scooter

Per spiegare il motivo per il quale nei centri più piccoli la qualità della vita è migliore, gli studiosi hanno pensato a una metafora stradale. Secondo ItaliaOggi, governare un piccolo centro è come guidare uno scooter in mezzo al traffico, mentre governare una grande città è come guidare un autobus. Nel primo caso "è possibile adeguarsi rapidamente ai mutati contesti sociali ed economici, si riescono ad affrontare le emergenze e a sfruttare le occasioni che si presentano in tempi relativamente rapidi e questo, alla fine, paga anche in termini di una migliore qualità della vita". Mentre "governare i grandi centri è molto più difficile a causa delle lentezze e dalla pesantezza dell'apparato burocratico e amministrativo, che non conosentono rapidi cambi di posizione o possibilità di adattamento in tempi rapidi al mutare dei contesti sociali, policiti e culturali".

Come si è svolta la ricerca

Lo studio, coordinato da Alessandro Polli del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell'Università La Sapienza, ha utilzzato nove dimensioni d'analisi (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenodre di vita), 21 sottodimensioni e un elevato numero di indicatori di base.

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