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Quanti soldi ha perso un lavoratore dello spettacolo con il Covid?

La metà oscura degli allestimenti privati: concerti, spettacoli teatrali e fiere

Quanti soldi ha perso un lavoratore dello spettacolo con il Covid?

“Quando la gente si emoziona per uno spettacolo a teatro o per un concerto dal vivo, non immagina nemmeno quante persone abbiano lavorato per arrivare a quel momento. Questa condivisione di impegno mi manca da morire. Anche le giornate che durano 14 ore di lavoro, perché c’è da chiudere un allestimento”. Nonostante tutto cerca di restare ottimista Mario Gennaro Bianchi Esposito: ha circa 45 anni, da 25 lavora nel mondo faticoso seppur magico delle quinte di scena, mondo silenzioso e operoso che consente una resa ottimale a ciò che va in scena su un palcoscenico a beneficio di un pubblico. Il nostro è diventato dopo una lunga gavetta direttore tecnico: cioè coordina l’allestimento di spettacoli dal vivo. Ci dice: “Ho coordinato squadre di lavoro da una quindicina di persone fino ad arrivare a 200 lavoratori”. Un mondo di professionalità che combina dinamicamente artigianalità e utilizzo di strumentazioni moderne: fonici, elettricisti, macchinisti, facchini, sarte, elettricisti, scenografi, tecnici di laboratorio. “Poi ci sono i ragazzi che portano le impegnative, cioè i runner, gli uomini-ragno che si arrampicano su impalcature e strutture a metri dal suolo, li chiamano rigger, poi coloro che montano i palchi, scaff si chiamano” aggiunge Bianchi Esposito. Nel 2019 il nostro chiude un anno lavorativamente abbastanza buono. Meglio la stagione artistica 2018-2019 (che si conclude in estate) segna una ripresa del settore spettacoli teatrali e concerti che la stagione 2019-2020 sembra confermare. Il 2019 si chiude con un fatturato di 30mila euro. Un guadagno di tutto rispetto che però “chiama”, per anzianità di servizio e professionalità acquisite sul campo, uno scatto ulteriore. Anche per Bianchi Esposito è così: “Stavano riprendendo quota le produzioni più importanti, come i musical. Da ottobre 2019 sono impegnato con uno di questi lavori, un musical abbastanza famoso che ha due drag queen per protagoniste. Questo tour finisce il 22 febbraio 2020”.


L'inizio della pandemia

E qui la storia cambia, perché il 20 febbraio 2020 lotta tra la vita e la morte in una stanza dell’ospedale di Codogno il “paziente 1” del coronavirus in Italia. Concerti e spettacoli teatrali diventano assembramenti illegali e terrificanti potenziali focolai di contagio. Da evitare e proibire assolutamente. L’8 marzo 2020 il governo Conte proclama l’isolamento generale di tutto il Paese. Bianchi Esposito ricorda quei giorni lunari: “Per fortuna avevo già finito a febbraio quel musical di cui dicevo. Ma in quei giorni c’erano almeno 7mila compagnie in giro per l’Italia che hanno dovuto fermarsi di botto”. E qui arrivano i primi dolori al portafoglio tricolore. Perché, facendo una media di 15 persone a compagnia che percepiscono una diaria giornaliera di 90 euro per i pasti e l’alloggio, a conti fatti l’economia di ristoranti e alberghi ha perso in questo modo circa 283 milioni e mezzo di euro al mese solo da questo flusso mancante. Tra aprile e giugno arrivano i primi sussidi statali: prima 600 euro, poi agli inizi dell’estate altri 1.200. Ricorda Bianchi Esposito: “Per fortuna a giugno sono stato tra i pochi fortunati che ha potuto riprendere a lavorare, grazie a un festival teatrale sovvenzionato dallo Stato. Ho guadagnato circa 8.000 euro per 50 giorni di lavoro. Dopo il primo lockdown ha ricominciato le attività solo questo mondo di fondazioni, enti lirici, manifestazioni artistiche con partnership istituzionali. Tutto il mondo dei privati è rimasto fermo. Niente fiere, niente concerti, niente spettacoli teatrali. Niente. Il governo Conte ha messo il limite di 200 spettatori per gli spettacoli al chiuso e 1.000 all’aperto: ad esempio con un teatro di 2.000 posti non conveniva allestire uno spettacolo perché non si rientrava nemmeno delle spese. Fermi restando i protocolli sanitari, cioè mascherine, misurazione temperatura, distanza, gel e disinfettante, sanificazione poltrone e posti a sedere alla fine di ogni spettacolo”. Il 17 novembre lo Stato si fa vivo con un altro ristoro da 1.000 euro. “Al di là di quello, ero fiducioso che con l’avvicinarsi delle feste natalizie avremmo ripreso il lavoro”. Speranza vana. Dopo una finestra per gli acquisti a metà dicembre l’Italia ritorna in zona rossa. Il giorno della Vigilia Bianchi Esposito trova sotto l’albero un altro ristoro dello Stato di 1.000 euro. Ma gli eventi dello spettacolo e le fiere restano una chimera, un sogno proibito. Il 13 febbraio 2021 cambia il governo, Mario Draghi al posto di Giuseppe Conte, i ristori diventano sostegni. Il nostro eroico direttore tecnico riceve 2.400 euro per il periodo gennaio-marzo 2021 (800 euro al mese).


L'attesa dei ristori

Bianchi Esposito è rimasto fermo 12 mesi su 14. Ha perso circa 25mila euro di guadagni (“A marzo 2020 sono saltate subito tre tournèe”, sottolinea) solo di danno emergente, cioè quantificabile in termini di scritture artistiche perse perché già programmate e poi annullate causa coronavirus. Perché con il lucro cessante, cioè le occasioni potenziali sfumate, bisogna aggiungere almeno altri 10.000 euro. A fronte di queste perdite il nostro ha ricevuto dallo Stato 6.200 euro. Che divisi per 14 mesi fanno meno di 443 euro al mese. “Meno del reddito di cittadinanza” dice amareggiato Bianchi Esposito. Per un attimo non pensate solo ai grandi teatri, alle fondazioni liriche importanti e conosciute in tutto il mondo. Pensate alla “maschera” del piccolo cinema di provincia. Pensate al mega schermo che vedete alla fiera dell’arredamento. Pensate al palco allestito per la sagra della porchetta. Pensate al concerto di beneficenza organizzato per i bambini meno fortunati. Pensate alla piccola compagnia teatrale che è un presidio culturale di un territorio. Nell’espressione “lavoratori dello spettacolo” c’è tutto questo. Questo mondo non chiede sussidi. Chiede programmazione. “Un mese di preavviso” sottolinea Bianchi Esposito “non è nulla per far partire una produzione teatrale o allestire un concerto dal vivo. Nel Regno Unito già dallo scorso febbraio avevano programmato riaperture a maggio. Vogliamo lavorare, non vogliamo bonus di Stato”. Secondo i dati dell’INPS nel 2019 il numero di lavoratori dello spettacolo con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 327.812 persone, con una retribuzione media annua di 10.664 euro e un numero medio annuo di 100 giornate retribuite.

In Italia normalmente questo settore significa oltre 132mila spettacoli teatrali, 3.542 sale cinematografiche, 17mila concerti dal vivo, 220 fiere internazionali. Si accendano le luci sul palcoscenico, si alzi il sipario. È ora di tornare a regalare emozioni…

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