Cronache

Quanto fa rumore il silenzio No Vax

Quanto fa rumore il silenzio No Vax

Ascolta ora: "Quanto fa rumore il silenzio No Vax"

Quanto fa rumore il silenzio No Vax

00:00 / 00:00
100 %

C he fine hanno fatto i no-vax? Spariti? Chiusi in casa per paura del contagio? Insomma, quanto basta poco per rendere evidenti posizioni irrazionali. Perché, finché si parlava in astratto o, meglio, si aveva l'impressione di parlare in astratto, perché il morbillo per esempio senza dati alla mano sembra non spaventare più di tanto, si davano un gran daffare. Non solo loro, non si sentono più neppure quei politici e ministri che, in nome della libertà di scelta, si schieravano disinvoltamente contro l'obbligatorietà del vaccino. Adesso basta andare in un aeroporto ed è come stare in un film di Emmerich: mascherine, controllo della temperatura, se hai gli occhi a mandorla tutti ti girano alla larga, se non li hai ti guardi allo specchio e te li vedi anche tu, prove generali di un'apocalisse zombi. Ci si guarda con sospetto, se ti invita a cena qualcuno che non conosci ti chiedi se per caso non sia tornato dalla Cina. Mia mamma su Whatsapp mi invia bollettini medici ogni giorno: un contagiato di qua, un morto di là, hai sentito? Eh, ho sentito, cosa devo fare?

Io, tra l'altro, che sono ipocondriaco, mi sento già tutti i sintomi, ma in ogni caso il coronavirus sta portando a vari sintomi anche i non contagiati. Non febbre o tosse, ma sintomi mentali, ideologici, e saggi ravvedimenti, spesso senza rendersene neppure troppo conto. Pensate un po': a un insigne virologo come Roberto Burioni, che critica duramente la Toscana per la mancanza di quarantene, si dà del fascio-leghista. Viceversa, Matteo Salvini invoca misure dure, e raccomanda di ascoltare gli scienziati, sebbene lui, a differenza di Burioni, fosse a suo tempo per la tutela dei bambini non vaccinati.

Nell'impazzimento generale in televisione si intervista chiunque, a caso, soprattutto non esperti, soprattutto chi parla per sentito dire, anche perché tutti, a meno di non essere esperti, parliamo per sentito dire. Chiunque ci sia, gli si chiede del coronavirus. Perfino a me, ospite l'altro giorno alla trasmissione Tagadà, la brava Tiziana Panella ha chiesto cosa ne pensassi di come parlano i media del coronavirus, se stiano esagerando o meno. Io le ho risposto cosa cavolo ne so, sono uno scrittore, non un virologo, al massimo posso dire che di certo non andrò mai più nei centri massaggi cinesi. Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere, forse. Se sopravviviamo, appena ci sarà un vaccino, correremo tutti a vaccinarci. Ma stavolta nessun obbligo direi.

Lasceremo i no-vax liberi di non vaccinarsi (tranne i bambini, per carità), così ce li togliamo dalle palle una volta per tutte.

Commenti