
Il Domani, quotidiano di proprietá di Carlo De Benedetti, si sta occupando in prima pagina della nuova legge sulla concorrenza, che tra l'altro affronta il riordino delle convenzioni tra lo Stato e la sanità privata, insinuando che si stia facendo un favore al gruppo Tosinvest, i cui azionisti - la famiglia Angelucci - sono anche proprietari di questo Giornale. Legittimo, ovviamente, ma anche sospetto. Già, perché De Benedetti non è un imprenditore qualsiasi. Non solo è finito in carcere, reo confesso, per tangenti su appalti pubblici; non solo è stato coinvolto in inchieste su crac bancari (la bancarotta dell'Ambrosiano), su disastri ambientali e per insider trading; non solo si è trasferito in quel paradiso fiscale che è la Svizzera, ma è pure proprietario di uno dei più grandi gruppi che operano proprio nella sanità privata, la Kos. Bene, i ricavi di questa società dipendono per circa il 65%, oltre 500 milioni, dagli accreditamenti, cioè dai fondi pubblici erogati dalle Regioni per le sue oltre cento strutture che operano in Italia e, siccome la fame vien mangiando, se ne vorrebbero di più.
Anche questo è legittimo, ma perché non dire ai lettori che si sta scrivendo di una questione che riguarda anche il proprio padrone? Cosa si vuole nascondere? Tre giornalisti di quel quotidiano sono indagati per dossieraggio, cioè uso delle informazioni, vere o false che siano, per azzoppare nemici e concorrenti. Nulla di cui stupirsi da un editore che da «prenditore» vinceva gli appalti pubblici a suon di mazzette.