Cronache

"Questa è zona nostra". Aggredito da immigrati deve vendere il negozio

A Bologna, dopo violenze e minacce, un commerciante è costretto a spostare la sua attività: la città è ormai in mano agli immigrati

"Questa è zona nostra". Aggredito da immigrati deve vendere il negozio

Non c'è solo la concorrenza sleale, con i negozi dei pachistani aperti h24 e con la merce a prezzi stracciati contro cui nessun commerciante italiano può combattere. Ma a Bologna ormai il racket degli immigrati, in particolare dei pachistani, è storia radicata. Soprattutto nel quartiere Bolognina, il più degradato del capoluogo emiliano.

Isidoro Carta è uno dei commercianti della zona. Uno dei tanti spaventati dalla situazione di abbandono dell'area. Paura e impossibilità di lavorare tra spaccio, droghe e degrado. A ottobre Isodoro ha deciso di chiudere la sua attività e di trasferirla in provincia. "La situazione di degrado - ha detto al Corriere - la paura che potesse accadere qualcosa alla mia compagna in negozio e il continuo via vai di assurdi acquirenti mi hanno portato a mollare tutto". Un anno fa Isodoro è stato aggredito da un commerciante pachistano che ha un negozio proprio a fianco del suo e che lasciava sporcizie e rimasugli davanti alla porta del locale di Isodoro.

"Un giorno gli ho chiesto di smetterla e che sapevo benissimo fossero loro a farlo – racconta - Per tutta risposta mi hanno aggredito con un bastone. Ho chiamato la polizia ma una volta andata via alcuni di loro mi hanno detto di stare attento a quello che dicevo e facevo perché il quartiere stava diventando il loro". Ed è effettivamente così. In un anno ha ricevuto centinaia di offerte da acquirenti stranieri. "Una volta mi si è presentato un signore cinese dicendomi: in questa valigetta ho 25 mila euro te li lascio se chiudi. Il tuo negozio mi fa concorrenza e non va bene"

Vicino a lui c'è la una tabaccheria gestita da un'italiana che ha subito diverse "spaccate". "In una settimana sono venuti due volte — spiega Manuela Celone —. Ho aperto da poco ma ho già voglia di andarmene. Sono sempre sola nel locale e spesso mi chiudo dentro. Questa è una zona di spaccio e in tanti hanno paura.

Però se tutti decidessimo di chiudere qui non resterebbe nessuno".

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