Un massiccio lancio di sassi e bottiglie contro la polizia e poi risse a colpi di bastonate e coltellate. Hanno demolito tutto ciò che si trovavano di fronte i migranti africani che il 2 giugno scorso hanno occupato il lungolago del Garda, nel territorio compreso tra Peschiera e Castelnuovo. L’obiettivo è stato palesato con slogan e grida: “Siamo venuti a riprenderci il nostro territorio – hanno urlato a più riprese gli stranieri – l’Africa deve venire qui”. Scene drammatiche quelle che hanno vissuto i tanti turisti che già soggiornano nella zona del Garda e soprattutto i poliziotti, diventati il primo bersaglio degli immigrati. Il raduno era cominciato in maniera pacifica e fino a ora di pranzo i circa 600 africani che giravano per le strade di Peschiera non davano particolarmente fastidio. La situazione è precipitata con l’arrivo del treno da Milano che trasportava circa 1.500 stranieri.
La scintilla che ha fatto esplodere la violenza è stata un banale tentativo di furto di una borsa, un pretesto che ha dato il via alle risse, stuzzicando la reazione dei migranti, molti dei quali erano giovanissimi ubriachi. “Hanno distrutto ogni cosa – hanno dichiarato alcuni commercianti al Corriere della Sera – hanno spaccato vetrine, preso d'assalto il trenino turistico e bloccato passanti a piedi o in motorino”. A quel punto è dovuta intervenire la polizia in assetto antisommossa, ma le cose sono peggiorate minuto dopo minuto. Gli africani, imbestialiti, hanno cominciato a puntare gli agenti, prima con una sassaiola e poi con il lancio delle bottiglie. Si è assistito a una scena di guerra che ha terrorizzato i turisti e i cittadini presenti in città. Gli immigrati identificati, circa una trentina, sarebbero quasi tutti cittadini del nord Africa che vivono in Italia.
Non è la prima volta che questo territorio viene preso di mira dai migranti. Già lo scorso anno, sempre sul Garda, ci furono i primi segnali, con diversi furti compiti dagli stranieri, circa un centinaio, e l'episodio di un giovane che, finito in acqua, annegò. Ma come è stato organizzato un raduno così importante in poco tempo? Gli africani hanno utilizzato i social media, in particolare Tik Tok, per le convocazioni, fondando l’incontro sulla delicata questione della rivendicazione etnica. Una fiumana di immigrati ha sconvolto un intero territorio.
Non sono mancate anche le violenze dei confronti delle donne, molestate dagli stranieri, soprattutto nel treno proveniente da Milano. A denunciare abusi sono state cinque ragazze che hanno raccontato di essere state palpeggiate e maltrattate perché “bianche”. Anche le donne di colore hanno inveito contro di loro dando man forte ai maschi.
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