La rabbia e il dolore della restauratrice della Barcaccia

Luigia Gambino, che si è occupata del restauro della fontana del Bernini: "Per me è come una figlia"

La rabbia e il dolore della restauratrice della Barcaccia

Dopo l’invasione dei tifosi olandesi del Feyenoord, si contano i danni alla città di Roma, che non sono solo materiali ed economici, ma anche morali. Nessuna zona del centro è stata risparmiata dagli hooligan, da Campo dè Fiori al Pincio, allo Stadio Olimpico, ma è il cuore della Capitale ad essere ferito: un frammento di travertino di 10 cm staccato, ma sono in totale 110 le ferite inferte alla fontana della Barcaccia di Piazza di Spagna, simbolo storico della città. A piangerla è soprattutto chi di lei conosce ogni lato, ogni sfumatura: Luigia Gambino, che si è occupata del restauro della fontana del Bernini per restituirla a cittadini e turisti lo scorso settembre.

"Appena l’ho vista - dice all’Ansa - mi veniva da piangere, mi è sembrata una cattiveria gratuita alla città di Roma. Ho saputo subito del danno ma per me è come una figlia, in qualche modo mi appartiene e trovarmela di fronte deturpata così è stato un grande dolore. Sono stata immediatamente contattata dalla sovrintendenza per fare un sopralluogo e verificare la presenza di eventuali frammenti; d’altra parte conosco la Barcaccia palmo a palmo, il suo marmo mi appartiene. Nel mare d’immondizia lasciata dai tifosi, in mezzo alle monetine, abbiamo rintracciato il pezzo mancante appartenente all’orlo del candelabro centrale della vasca e oggi, una volta asciugato il tutto, si è proceduto tecnicamente all’incollaggio. Intorno una serie di sbeccature date dal lancio delle bottiglie, che non si possono riparare e che purtroppo sono irreversibili". E ancora: "La Barcaccia non è solo un insieme di blocchi di travertino, per questo credo sia un vero oltraggio alla materia. Ora il pezzo lo abbiamo riattaccato ma non è la stessa cosa, la ferita rimane.

Tanto più che questi tifosi hanno usato la fontana come un bersaglio da colpire con le bottiglie. Loro sono venuti a Roma per fare i fatti loro, non pensando di trovarsi in un centro storico di importanza unica. Credo che non siano proprio in grado di capirlo".

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