Coronavirus

La rabbia di padre Zanotelli: "Ritirare il decreto criminale che chiude i porti"

Il sacerdote comboniano sbotta contro la chiusura dei porti decisa dal governo: "È criminale rifiutarsi di accogliere rifugiati che fuggono dalla Libia, bisogna far sbarcare gli immigrati"

La rabbia di padre Zanotelli: "Ritirare il decreto criminale che chiude i porti"

Anche il governo giallorosso finisce nel mirino di padre Alex Zanotelli: da mercoledì 8 aprile fino alla durata dell'emergenza Coronavirus l'Italia non può essere considerata un porto sicuro. A deciderlo è stato l'esecutivo M5S-Pd mediante decreto interministeriale firmato dai dicasteri delle Infrastrutture, degli Esteri, della Salute e dell'Interno. La scelta intrapresa da Paola De Micheli, Luigi Di Maio, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese non ha trovato affatto d'accordo il sacerdote comboniano, che ha chiesto di ritirare immediatamente il decreto: "Potrebbe essere un bel dono di Pasqua".

I porti del nostro Paese non assicurano i necessari requisiti per la classificazione di “place of safety” (porto sicuro), in vista di quanto previsto dalla convenzione di Amburgo, per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiani: "Come missionario, che ha sentito sulla pelle, la sofferenza degli impoveriti, rimango sbigottito da tale decisione". A suo giudizio appare evidente come questo decreto sia mirato a bloccare la Alan Kurdi che batte bandiera tedesca e sta cercando un porto dove far sbarcare i 150 rifugiati salvati in mare: "È criminale rifiutarsi di accogliere rifugiati che fuggono dalla Libia dove sono imprigionati in lager e torturati".

"Siamo tornati al metodo Salvini?"

Il missionario ha denunciato che la Libia è un paese in guerra e che i rifugiati rischiano la vita sotto le bombe del generale Haftar che vuole conquistare Tripoli: "Questi che fuggono hanno diritto di essere accolti come rifugiati. Per cui questo decreto è contro le leggi e convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia". E ha sostenuto che non è possibile considerare l'Italia un porto sicuro solo per le imbarcazioni italiane e non per quelle straniere: "Come si fa a dire che i porti italiani non sono più un 'place of safety' perché il sistema sanitario italiano non sarebbe in grado di mettere in quarantena qualche centinaio di rifugiati?".

Padre Alex Zanotelli infine ha sferrato un duro attacco nei confronti del governo giallorosso: "Siamo tornati alla politica di Salvini? Eppure Zingaretti, dando inizio a questo governo aveva promesso la discontinuità con il precedente governo. Sarebbe questa la discontinuità?".

Dunque il suo auspicio è che migliaia di persone che devono fuggire dalla Libia non vengano lasciate morire in mare e che la Alan Kurdi non debba essere costretta ad andare ad Amburgo per trovare un porto sicuro: "È questa la nostra umanità? È mai possibile che il Coronavirus non ci abbia insegnato che siamo sulla stessa barca?".

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