Cronache

"Questo è un covo di ammalati" Scoppia la rabbia dei poliziotti

Il centro di accoglienza di Monastir è sovraffollato, da due settimane non si fanno i tamponi ai migranti, che sono armati e pronti allo scontro: questa la denuncia di Luca Agati, segretario provinciale SAP

"Questo è un covo di ammalati" Scoppia la rabbia dei poliziotti

Se ne parla poco, forse perché i temi caldi del Paese sono attualmente altri, ma le nostre forze dell'ordine continuano a presidiare i centri di accoglienza e a sedare le rivolte che continuano a scatenarsi da parte di migranti insofferenti alle regole. Uno dei fronti più caldi in tal senso è quello del C.A.S. di Monastir, alle porte di Cagliari, dove anche questa notte i poliziotti si sono dovuti difendere dall'ira dei migranti. Il Sindacato Autonomo di Polizia continua a lanciare l'allarme ma per ora i loro appelli sono caduti nel vuoto.

L'ultimo episodio riguarda una rissa tra due gruppi di algerini, che si sono scontrati all'interno del centro di accoglienza. Ne è nata una rissa violenta con lancio di oggetti, che ha costretto all'intervento gli uomini del reparto mobile di Cagliari in tenuta antisommossa, fortunatamente sempre presenti nel centro. Il bilancio è di alcuni feriti tra i migranti e di sei denunciti. Il clima a Monastir è teso, la struttura è sovraffollata e il malcontento dei migranti cresce di giorno in giorno. Questo è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di scontri, che quasi quotidianamente mette a repentaglio la sicurezza degli agenti delle forze dell'ordine, che si trovano a operare in condizioni non ottimali anche a causa dell'inadeguatezza della struttura che ospita il C.A.S. di Monastir. È questa la denuncia di Luca Agati, segretario provinciale del SAP.

Rivolta a Monastir

"Le condizioni del mare hanno permesso a più di duecento clandestini di approdare sulle nostre coste, riempiendo all’inverosimile una struttura inidonea, che mette in serio pericolo gli operatori che vi svolgono la vigilanza. Dalle prime ore della serata di ieri abbiamo gestito violenti scontri, la tensione è alle stelle, sono letteralmente saltati gli schemi". denuncia Luca Agati, che non solo porta alla luce il problema della sicurezza ma anche quello legato all'epidemia e agli scarsi controlli. "Sono più di 15 giorni che non vengono effettuati i tamponi ai nuovi sbarcati, abbiamo stipate più di 200 persone, giunte in momenti diversi, che vivono in totale promiscuità senza conoscerne le ipotetiche cariche virali. È inaccettabile, gli allarmi sono quotidiani, così come i punti di contatto tra i clandestini e gli operatori di Polizia, senza che alcun accertamento sanitario sia stato compiuto", prosegue il segretario.

La misura è ormai colma per le forze dell'ordine impiegate nel centro di accoglienza alle porte di Cagliari: "Monastir é un potenziale covo di malati, un ipotetico focolaio di infetti che ogni giorno entra in contatto con tutti i colleghi, un branco di duecento persone pronte a tutto con l’obbiettivo di danneggiare per guadagnarsi la fuga. Ogni giorno che passa senza i dovuti i previsti accertamenti sanitari, è un giorno di rischio in più, una terribile scommessa con il fato". Se da un lato c'è la roulette russa del contagio da coronavirus, dall'altra c'è la concretezza del rischio fisico dovuto alle aggressioni, spesso armate, da parte dei migranti che non hanno nulla da perdere ma tutto da guadagnare con le rivolte e le aggressioni, e Luca Agati spiega molto bene qual è il rischio: "I clandestini come accaduto stanotte si armano, rompono tutto, si propongono con spavalderia, scavalcano in continuazione uscendo dalla atruttura. Questi, per lo più algerini partiti da Annaba, provengono da una nazione che sta vivendo un considerevole aumento dei casi di contagio con quasi settantamila positivi e più di duemila morti.

Cosa deve accadere affinché si ponga rimedio a questa vergogna? ".

Rivolta a Monastir

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