"Mamma, aiutami: ho il Covid": la truffa con la voce "clonata"

La nuova truffa telefonica che colpisce gli anziani nel racconto della scrittrice Barbara Fiorio: il ricatto psicologico delle cure per il Covid e la richiesta di soldi immediati

"Mamma, aiutami: ho il Covid": la truffa con la voce "clonata"

Le parole di Barbara Fiorio su Facebook sono forti, la sua è una denuncia social che si inserisce nell'intricata trama della cronaca nazionale, che spesso vede gli anziani vittime di truffe da parte di individui spietati e senza scrupoli, pronti a tutto pur di rubare qualche soldo ai malcapitati. Stavolta quello di Barbara Fiorio non è un racconto di quelli che si leggono nei suoi libri ma è un racconto di vita vera e vissuta in prima persona dalla stessa scrittrice e sua madre, per fortuna una storia a lieto fine come purtroppo non accade a molti altri anziani vittime della stessa truffa, che sta ormai prendendo piede in tutto il Paese.

"Mamma? Mamma, mi sono sentita male, sono svenuta, mi hanno portata al pronto soccorso. È grave", scrive la Forio. Nel suo lunghissimo post, la scrittrice racconta di una truffa subita da sua madre, contattata da un sedicente medico e da quella che si è spacciata per essere sua figlia. All'anziana signora tutto è sembrato realistico, perfino la voce di sua figlia: "Mi racconta quello che le avrei detto, che la voce era proprio la mia, ne era certissima". Le hanno chiesto soldi, monili, gioielli e tutto ciò che di prezioso poteva recuperare in pochissimo tempo per permettere a sua figlia di sottoporsi alle cure per il Covid in ospedale. Un complice si sarebbe poi recato a casa sua per ritirare tutto. È una truffa purtroppo molto comune e sempre più frequente, nella quale cadono soprattutto le persone più anziane e vulnerabili. Viene fatto loro credere che un loro nipote, un figlio o un parente stretto si trova ricoverato in ospedale, magari per Covid come racconta la scrittrice, e che servono immediatamente i soldi per coprire le spese. Non si hanno contanti a disposizione? Chiedono qualunque oggetto di valore come caparra.

Certo, ragionando a mente lucida appare improbabile che un ospedale chieda oltre 10mila euro per la cura per il Covid quando a un anziano o a una persona fragile si toccano i valori più cari, che non sono né i gioelli né i soldi, è facile aprirsi un varco nella loro fiducia. Un genitore, un nonno, farebbe qualunque cosa per salvare un figlio o un nipote ed è su questa debolezza che i truffatori fanno leva per farsi consegnare gli oggetti di valore. Sono truffe telefoniche che vengono svolte in breve tempo, evitando di perdere il filo diretto con la vittima per non farla mettere in contatto con altre persone. Solitamente, infatti, dal momento in cui l'anziano viene agganciato e fino a quando consegna i suoi averi, i truffatori tengono il telefono impegnato. In questo modo la vittima non può raccontare quanto sta succedendo e la truffa può essere smontata con maggiore difficoltà.

Polizia e carabinieri sono continuamente al lavoro per sensibilizzare la popolazione contro queste truffe. A volte i malviventi si fingono medici, altre personale delle forze dell'ordine, tutte figure nelle quali si tende ad avere solitamente massima fiducia. La raccomandazione è sempre la stessa: quando si ricevono telefonate simili la prima cosa da fare è mettere giù e contattare le forze dell'ordine per avere indicazioni. Spesso chiedono soldi per le cure, altre per una fantomatica cauzione, ma in tutti questi casi si tratta di truffe e non bisogna dare seguito.

La denuncia di Barbara Fiorio è diventata rapidamente virale e sono state tante le persone che hanno portato anche la loro testimonianza su fatti accaduti a persone vicine. "È successo a mia mamma due settimane fa", scrive Nadia. "Esattamente ciò che hanno fatto a mia madre, l'ha chiamata una donna spacciandosi per me", dice invece Silvia.

"Anche a una mia vicina di casa", "Anche a mia suocera per due volte", "Mia nonna è stata chiamata da quello che si è identificato come uno dei suoi nipoti", e ancora sono tanti i messaggi lasciati sotto il post, che denotano purtroppo un metodo frequente.

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