Il racconto dei becchini sulla morte della Monroe

Allan Abbott e Ron Hast, che hanno curato il cadavere della diva: "Sembrava una donna anziana che non si era presa cura di sé. Irriconoscibile"

Il racconto dei becchini sulla morte della Monroe

Allan Abbott e Ron Hast lavoravano alle pompe funebri. Avevano iniziato a lavorare in un negozio di "Death Row", avendo come compito quello di rimuovere i corpi dei giustiziati della "San Quentin State Prison".

Poi Abbott e Hast hanno cominciato a lavorare anche per Hollywood, come scrive il Daily Mail, ripreso da Dagospia: "I due venivano chiamati quando morivano le celebrità, prendevano i corpi e li trasportavano altrove (successe con Clark Gable e Natalie Wood) o le carrozzavano in limousine dove serviva (successe con il Presidente Kennedy e Liz Taylor)".

Furono loro, come scrive il Daily Mail, "a prendere il corpo di Marilyn Monroe e a prepararlo per la sepoltura, constatando il pessimo stato in cui versava. Furono chiamati dalla questura di Los Angeles, la mattina del 5 agosto 1962, destinazione 'Fifth Helena Drive', la casa della diva. Li informarono che era suicidio, a seguito di una overdose di Nembutal. La trovarono in rigor mortis, era deceduta solo tre ore prima. Viste le implicazioni del caso, il patologo Thomas Noguchi impiegò tre ore per esaminare il cadavere. Trovò buchi sotto l’ascella e cercò nei posti più insoliti, nel naso, sotto le dita e la lingua, perfino nei genitali, ma non trovò altri segni di iniezione".

Alan Abbott ha raccontato: "Quando rimuovemmo il lenzuolo che la copriva, non potevamo credere che si trattasse del corpo di Marilyn Monroe. Sembrava una donna anziana che non si era presa cura di sé. Irriconoscibile. Poiché era morta a faccia in giù, il suo viso era livido, pieno di chiazze viola. Il collo era molto gonfio, i capelli crespi. Si evinceva che non li aveva tinti da un bel po’, perché la ricrescita era scura. Non si depilava le gambe da almeno una settimana, non si era fatta da tempo né manicure né pedicure, e le sue labbra erano completamente screpolate. Il mio collega dovette fare un incisione sul collo per sgonfiarlo, mentre io la tenevo girata da un fianco. È stato sgradevole guardare. La Monroe non indossava mutandine, e infatti non ne trovammo nella sua casa.

​ Tra le cose che mi consegnò la sua assistente c’era anche un reggiseno imbottito. I seni erano comunque troppo piccoli per farli sembrare generosi, perché l’incisione delle costole durante l’autopsia aveva sensibilmente ridotto quelli originali. Allora le mettemmo del cotone nel reggiseno".

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