Cronache

Il ragazzino eroe morto per difendere la madre dall'assassino pakistano

Lo straniero, un operaio metalmeccanico, aveva un rapporto malato con Paola Piras, la quale lo aveva già denunciato per maltrattamenti

Il ragazzino eroe morto per difendere la madre dall'assassino pakistano

Ucciso nel tentativo di salvare sua madre dalla furia omicida dell'ex compagno. É successo ieri mattina, all'alba, a Tortolì, in provincia di Nuoro, quando il 20enne Mirko Farci è corso in aiuto di sua madre, Paola Piras, di 50 anni, per strapparla dalle grinfie di Masih Shahid, pakistano di 29 anni, che aveva accoltellato la donna in più parti. Il giovane è morto, mentre la madre lotta in condizioni disperate all'ospedale di Lanusei. L'assassino si era subito dato alla fuga e le forze dell'ordine lo hanno cercato per tutta la mattina, diffondendo foto segnaletiche e allertando la popolazione. Alla fine Shahid è stato catturato e nel primo pomeriggio è stato portato alla caserma dei carabinieri di Tortolì. Ad accoglierlo, però, c'era una folla inferocita e a fatica i militari sono riusciti ad evitare il linciaggio. Davanti alla caserma la folla ha inveito contro l'omicida e cercato di forzare il blocco per raggiungere il 29enne. Un carabiniere è persino caduto a terra ed è stato soccorso dai colleghi per lasciare il posto visibilmente claudicante.

L’uomo, un operaio metalmeccanico, viveva un rapporto malato con Paola Piras, la quale lo aveva già denunciato per maltrattamenti. Era successo lo scorso dicembre, al termine di una lunga serie di atti di stalking compiuti negli anni. Nonostante la misura del divieto di avvicinamento, Shahid, nelle prime ore della mattinata di ieri, si è recato sotto casa dell'ex compagna, si è arrampicato su un pluviale, ha attraversato la veranda ed è entrato nell’appartamento. Ancora non si sa se mamma e figlio siano stati sorpresi nel sonno o se il figlio si sia accorto della presenza di quell'uomo. Il pakistano ha inferto diciassette coltellate a Paola Piras: all'addome, alla trachea, ai reni, al volto. Il figlio, Mirko, ha quindi fatto di tutto per soccorrere la madre, ma ci ha rimesso la vita.

Intanto, questa mattina, un enorme drappo nero è stato fissato all'entrata della scuola che frequentava il ragazzo assassinato dall'operaio pakistano, l'istituto professionale Ianas di Tortolì, e un "Ciao Mirko" è stato scritto su uno sfondo nero sulla home page del sito ufficiale della scuola. Così preside, insegnanti e compagni hanno voluto dare l’ultimo saluto a Mirko Farci. Tutti lo ricordano come un ragazzo solare, rispettoso e buono, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Anche il sindaco di Tortolì, Massimo Cannas, è intervenuto sulla vicenda che ha sconvolto l’intera città. “La nostra comunità – ha detto – è stata svegliata da una terribile notizia. Siamo tutti attoniti e profondamente scossi da questa tragedia che ha spezzato irrimediabilmente la serenità di tutti noi. Ciò che è accaduto è insopportabile e inaccettabile. Una giovane vita spezzata e una madre che combatte per la vita. Ci stringiamo, insieme a tutta la nostra comunità, alla famiglia in questo momento di dolore incolmabile.

Siamo fiduciosi nelle indagini della magistratura e nel lavoro delle forze dell'ordine e attendiamo gli sviluppi”.

Commenti