Cronache

Reintegrata l'infermiera vestita da deportata delle manifestazioni no vax

Anche Giusy Pace, infermiera che indossò l'uniforme dei lager, è stata reintegrata regolarmente presso l'ospedale di Novara

Reintegrata l'infermiera vestita da deportata delle manifestazioni no vax

Un anno fa, fece scalpore l'immagine dell'infermiera che, durante una delle manifestazioni no-vax, indossò l'uniforme dei deportati durante la Seconda guerra mondiale. Apparteneva a un gruppo di persone tutte vestite come lei e quelle immagini fecero rapidamente il giro dei social. Giusy Pace, 35 anni, ha scelto di non sottoporsi alla somministrazione vaccinale e da ieri, grazie al decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, è stata reintegrata nel suo posto di lavoro.

Quella manifestazione fu una delle più contestate lo scorso anno, non tanto per la protesta in sé, quanto perché il gruppo di manifestanti del quale faceva parte anche Giusy Pace paragonò le misure adottate contro i no vax alla Shoah. Furono numerose le società e le associazioni ebraiche che insorsero davanti a quella rappresentazione, anche perché il gruppo dell'infermiera, oltre ad aver indossato quelle uniformi, si teneva legato mediante una sorta di filo spinato. La rievocazione così forte del peggior delitto del Novecento fu causa di allontanamento per Giusy Pace: non solo dal suo posto di lavoro in ragione della non vaccinazione, ma anche dagli incarichi assunti nella rappresentanza sindacale Fsi-Uae. Il segretario Adamo Bonazzi, infatti, dopo un'attenta verifica che lo portò a individuare l'infermiera tra i promotori di quell'iniziativa, decise di sollevarla da tutte le cariche.

La sua battaglia contro il vaccino

Quel particolare modo di manifestare è stato criticato trasversalmente da tutte le forze politiche, che hanno stigmatizzato il forte paragone. Nel corso di quest'anno, Giusy Pace non ha potuto lavorare come infermiera nell'ospedale di Novara nel quale è assunta e ha continuato la sua battaglia contro il vaccino tramite i social, dove ha raccolto un discreto numero di seguaci. Dal 1 novembre è stata reintegrata regolarmente insieme agli altri suoi colleghi che, come lei, avevano scelto di non vaccinarsi.

All'ospedale di Novara è risultato che nessun medico rifiutasse la vaccinazione mentre sono stati reintegrati 7 infermieri, 1 tecnico, 4 oss e 7 impiegati amministrativi.

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