Coronavirus

Un report imbarazza i governi: "La pandemia si poteva evitare"

Il rapporto indipendente dell’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response: "Un mese buttato senza fare nulla"

Un report imbarazza i governi: "La pandemia si poteva evitare"

Covid-19 è un disastro globale”. Peggio ancora, “un disastro che era prevedibile” e “avrebbe potuto essere evitato”. Con queste poche parole un rapporto indipendente, commissionato dall’Oms, boccia senza appello la risposta dei leader mondiali e dell’Organizzazione stessa di fronte alla sfida di Sars-CoV-2. Un “coktail tossico” di negazioni, scelte strategiche errate e mancato coordinamento hanno infatti aiutato la diffusione del virus e trasformato un focolaio cinese in una "catastrofica crisi umana".

Il report indipendente

A redigere il rapporto, pubblicato oggi, è l’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response. Le conclusioni cui sono arrivati i 13 esperti dopo otto mesi di lavoro sono tragiche e gridano vendetta. Fanno emergere “anelli deboli” nella catena di preparazione e risposta. Criticano un sistema “incoerente”. Lamentano strumenti "di allerta troppo lenti", un’Oms “sottofinanziata” e una leadership politica globale “assente”.

Le accuse degli esperti

L’elenco di errori, “lacune” e “fallimenti” è sconfinato. Innanzitutto il mondo ha “ignorato anni di allarmi di un'inevitabile minaccia pandemica”, così come per decenni non ha previsto “finanziamenti adeguati" né una corretta preparazione pratica, "nonostante il tasso crescente con cui stanno emergendo malattie zoonotiche”. Ma sono state soprattutto le scelte compiute tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ad aver fatto inorridire gli esperti. Il primo grande imputato è la Cina, la quale benché abbia individuato polmoniti ad eziologia sconosciuta già nel dicembre 2019, ha poi informato il mondo con procedure “troppo lente per generare una risposta rapida e precauzionale”. In sintesi, si legge nel rapporto, per colpa di Pechino “si è perso tempo prezioso”.

Gli errori degli Stati

Se il regime comunista ha fallito, meglio non sono andati gli altri Paesi, colpevoli di aver adottato un approccio “aspetta e vedi” invece di “mettere in atto una strategia di contenimento aggressiva che avrebbe potuto prevenire la pandemia globale”. Un intero mese, quello di febbraio 2020, è stato letteralmente buttato via: sono mancate le forniture di mascherine e ventilatori; è saltato il sistema di coordinamento; sono emerse “strategie incoerenti o inesistenti”; e non si è dato adeguato ascolto alla scienza. Inoltre "il finanziamento della risposta è stato troppo lento”, sono mancati soldi per "fornire attrezzature mediche, avviare la ricerca di strumenti diagnostici e terapeutici o garantire che i vaccini fossero disponibili per tutti”. Un'enorme sottovalutazione collettiva, insomma, che ancora oggi paghiamo a caro prezzo.

Uno sguardo al futuro

Il lavoro del panel non guarda solo al passato. Ma anche e soprattutto al futuro. La distribuzione dei vaccini appare infatti “palesemente ingiusta e non strategica” e rischia di far nascere nuove varianti resistenti del virus. Occorrono dunque “misure essenziali a breve termine” senza commettere l'errore di fossilizzarsi solo sul Covid-19. “Bisogna imparare da questa crisi e pianificare la prossima - dicono gli esperti - Altrimenti tempo prezioso e slancio andranno persi. Covid-19 è stato un terribile campanello d'allarme. Quindi ora il mondo deve svegliarsi e impegnarsi per obiettivi chiari, risorse aggiuntive, nuove misure e una forte leadership per prepararsi al futuro”.

I suggerimenti degli esperti

Cosa bisognerebbe fare? Il panel elenca sette, "semplici", raccomandazioni. Alcune sono di natura politica, come la creazione di un Consiglio per le minacce alla salute globale guidato dai capi di Stato e di governo. Altre riguardano l’Oms, di cui andrebbe aumentata l’indipendenza, l’autorità e il finanziamento. Nel mirino c’è il ruolo del direttore generale, oggi ricoperto dal criticato Tedros Ghebreyesus, cui andrebbe tolta la possibilità di rielezione, così da garantirne ulteriore indipendenza. Ma andrebbero anche rivisti i criteri di selezione del personale dell’Organizzazione, oggi eccessivamente “politicizzati” più che basati sulle competenza.

Altri suggerimenti riguardano gli investimenti sui piani pandemici e la creazione di un nuovo sistema di allerta globale. Oppure la possibilità per l’Oms di pubblicare informazioni sui focolai senza la previa approvazione del governo nazionale, come successe con la Cina. O ancora il potere per l’Organizzazione di indagare (seriamente) sui patogeni che emergono nel mondo, senza ripetere l’imbarazzante spedizione con cui assolse Pechino da ogni responsabilità. Inoltre, bisognerebbe fare in modo che le future dichiarazioni di emergenza sanitaria pubblica vengano prese “sulla base del principio di precauzione”, senza ritardare settimane come fatto dall’Oms nel 2020. E non guasterebbe neppure istituire un International Pandemic Financing Facility che possa essere in grado sia di moblitare fra i 5 e i 10 miliardi di dollari all’anno per finanziare la preparazione contro le pandemie, sia di stanziare rapidamente fra i 50 e i 100 miliardi in caso d’emergenza.

L'obiettivo finale, si legge nel report, è quello di rendere questa "l'ultima pandemia" della storia. Ottima speranza. Con un unico problema: molte delle indicazioni erano ben note già da tempo.

Ma quasi nessuno nel mondo si è curato di farsi trovare pronto.

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