Ricciardi boccia il Dpcm: vuole il lockdown totale

Walter Ricciardi, membro Oms e consulente del ministro Speranza, liquida il nuovo Dpcm come troppo blando. "Coprifuoco inutile. Serve un altro lockdown"

Ricciardi boccia il Dpcm: vuole il lockdown totale

Per Walter Ricciardi il nuovo Dpcm del 25 ottobre non risolverebbe il problema. "L'insieme delle misure sono un passo avanti ma mio avviso non sufficiente ad affrontare la circolazione del virus in questo momento", sentenzia ai microfoni di Omnibus su La7. E la stilettata contro il governo Conte la infligge proprio il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, capofila dei "rigoristi" schierati per una stretta più aggressiva.

“Servono lockdown locali"

Il coprifuoco dalle 23 alle 5 sarebbe poca cosa secondo il membro del comitato esecutivo dell'Oms."Le misure vanno prese in maniera proporzionata alla circolazione del virus - spiega Ricciardi - che in questo momento in alcune aree del Paese dilaga, è incontrollato: quando noi abbiamo un indice di contagio di 2.5 significa che la trasmissione del virus è esponenziale e quindi c'è bisogno di misure piu aggressive su tutti i versanti. Non lo dico io, ma uno studio pubblicato da colleghi dell’università di Edimburgo su Lancet dopo l’analisi delle esperienze di 131 paesi in questi sette mesi". E, in questo momento in Italia, in Francia e in Spagna, per frenare il contagio la cosa da fare è una sola: "Serve un altro lockdown. Non lo devi fare generalizzato ma dove l'indice di contagio è alto perchè questo rallenta del 24%; se lo abbini ad una chiusura mirata delle scuole aumenti questa dimensione del 15% e se fai uno smart working obbligatorio sia per il pubblico sia per il privato aumenti ancora del 13%, quindi arrivi ad una riduzione del 50-55%. La limitazione dei mezzi pubblici incide per un ulteriore 7% e questi effetti vengono visti dopo 8 giorni".

Per Ricciardi il virus è incontenibile

E il giro di vite, spiega il superconsulente del ministero, se applicato subito porterebbe al dimezzamento dell'indice di contagio a Milano, a Napoli, a Roma e in alcune zone del Piemonte e della Liguria. "Anche se - bacchetta Ricciardi - queste misure andavano introdotte due settimane fa. L'indice 2.5 significa che ogni persona ne contagia altre due e mezzo e andando avanti così si ha un raddoppio dei casi ogni due o tre giorni, cosa insostenibile già adesso per i servizi sanitari di quelle aree del Paese, figuriamoci tra una settimana o tra dieci giorni se non si rallenta questo indice". Ma se il coraggio di fare scelte radicali latita la colpa è della politica. "Né lo Stato né le Regioni hanno avuto il coraggio di prendere decisioni che vanno ad anticipare il virus, non a inseguirlo. Perché dal momento hai decine di migliaia di focolai, non sei più in grado di contenerlo ma devi sempre mitigare". Una mitigazione possibile solo con lockdown localizzati a dove il contagio è più alto, e non inanellando una serie di misure di facciata.

L'azione mancata del governo

La chiusura di bar e ristoranti alle 18 e lo stop totale alle attività non essenziali potrebbe non servire a nulla, anzi solo accentuare le problematiche sociali. Ricciardi boccia la linea "morbida" nella gestione della seconda ondata. Non solo. Il professore di Igiene all'università Cattolica di Roma non risparmia pesanti critiche alla mancata azione del governo per prevenirla. "Io non voglio rivangare tutto quello che in Italia non è stato fatto da maggio in poi - dice intervenendo all'evento 'Oltre l'emergenza' promosso da Innovabiomed a Veronafiere - .

Il presente ci dice che in Europa, e non solo in Italia, ci sono realtà come la Francia che è assolutamente fuori controllo, la Spagna in alcune zone, il Belgio, l'Olanda, la Polonia, la Repubblica Ceca. In tutti questi Paesi i governi esitano a prendere decisioni che servono al punto giusto, al momento giusto", chiosa, duro, il consulente.

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