Il tribunale riconosce a un giovane russo lo status di rifugiato in Italia perché gay. In prima istanza, la richiesta del ragazzo, giunto in Italia nel 2014, era stata rigettata. Poi il ricorso e l’ottenimento della protezione internazionale è arrivata con l’ordinanza emanata martedì scorso dai giudici di Salerno secondo i quali, nel Paese d’origine, il giovane avrebbe potuto subire persecuzioni a causa del suo orientamento sessuale.
In una nota, l’Arcigay esprime soddisfazione per l’esito della vicenda e spinge gli attivisti a insistere nei confronti della Russia e dell’approccio del governo di Mosca alle tematiche Lgbt. "Sentenza dal grosso peso politico - spiega nel comunicato il presidente dell'Arcigay di Napoli Sannino - a distanza di qualche settimana dalla visita del presidente Mattarella che ha ribadito l'amicizia consolidata fra i nostri Paesi nonostante la Russia violi di fatto i trattati internazionali in materia di diritti e libertà personali".
Secondo i legali che hanno seguito l’iter giudiziario si è trattato di una pronuncia che finisce per dare rilevanza giuridica alle denunce dell'associazionismo Lgbt sulla situazione in Russia. Per l'avvocato Mara Biancamano: “Il provvedimento è molto importante perchè riconosce il più alto grado di protezione ad una persona omosessuale proveniente dalla Russia.
Nel provvedimento è riconosciuto che la situazione dei diritti delle minoranze lgbt in Russia si delinea come una situazione di grave e diffusa discriminazione sul piano sociale, anche per tradizionale abitudine culturale alla criminalizzazione degli orientamenti omosessuali” .
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