Cronache

Riecco le processioni. E anche gli inchini

Cristo è risorto, e con lui anche le processioni nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi

Riecco le processioni. E anche gli inchini

Cristo è risorto, e con lui anche le processioni nella diocesi di Oppido Mamertina - Palmi. Ad annunciarlo il vescovo Francesco Milito che, nel giorno della messa crismale, colmo di spirito santo, ha consegnato un plico sigillato a tutti i parroci contenente il documento "Dalla Liberazione alla Comunione. Principi e Norme su Feste e Processioni per la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi". E, così, ha messo la parola fine "all’embargo” (cit. Milito) delle sacre effigi dei santi su tutto il territorio della diocesi della Piana di Gioia Tauro, costrette a rimanere tumulate dentro le proprie nicchie. Per due lunghissimi anni. Una decisione drastica, all'epoca, quella del vescovo, dovuta all’inchino imposto dai portatori oppidesi alla statua della Madonna delle Grazie difronte la casa del vecchio boss Mazzagatti. Fu, quella, una triste notizia che fece rapidamente il giro del mondo. Con relativo battage mediatico, negativo, che offese anche chi quel maledetto inchino lo ha biasimato seduta stante. Dal quattro aprile 2016, giorno dedicato alla protettrice della diocesi, l’Annunziata, dunque, tutto ritornerà come prima. O quasi.

I comitati festa e i portatori dovranno essere preparati anche spiritualmente, altrimenti non potranno partecipare alle funzioni religiose. Milito dixit. Un'apposita commissione, infatti, è stata istituita per vigilare sull’applicazione delle nuove norme pastorali. Il via libera, però, è stato concesso solo per tre anni; allo scadere del tempo stabilito, sarà effettuata una verifica e presa la decisione definitiva. Chi verificherà cosa? I fedeli dovranno aspettarsi una pioggia di webcam piazzate su tutti i percorsi di tutte le processioni della diocesi? O saranno istituiti degli inchinobusters che, armati di chissà quale marchingegno andranno alla ricerca di un qualche probabile inchino? Chi parteciperà vedrà. Intanto i fedeli esultano per la decisione presa, finalmente, dal vescovo, ma restano preoccupati per la spada di Damocle che Milito sospende sulle loro teste. Stando così le cose, in realtà, le processioni stesse non sono né definitivamente permesse, né definitivamente vietate. Sembra, piuttosto, che il pastore abbia messo alla prova la qualità della fede del proprio gregge.

Perché è proprio dal comportamento futuro di tutto il popolo di Dio della diocesi che dipenderà la continuazione di una pur importante tradizione, o la sua soppressione definitiva.

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