Cronache

Rimini, latitante albanese turista in Riviera: arrestato

Nel suo paese d'origine è responsabile dell'omicidio di due persone, in manette un albanese di 28 anni latitante a Rimini: per i due delitti è stato condannato all'ergastolo

Rimini, latitante albanese turista in Riviera: arrestato

Un giovane albanese di 28 anni, responsabile dell'omicidio di due persone in madrepatria, si era dato alla macchia, giugendo nel nostro paese e stabilendosi nei pressi di Rimini. A scoprire e ad arrestare il pericoloso latitante sono stati gli agenti della Squadra mobile. Il 12 giugno scorso, il 28enne era stato condannato all'ergastolo dal tribunale di Elbasan per il duplice delitto e per detenzione abusiva di arma. Su di lui pendeva un provvedimento restrittivo internazionale da parte delle autorità albanesi. Il killer è stato arrestato a Coriano, comune sito a poca distanza dalla provincia romagnola.

Secondo l'accusa da parte delle autorità albanesi, l'uomo (servendosi dell'aiuto di un complice) avrebbe ucciso due connazionali a colpi d'arma da fuoco. Il feroce delitto avvenne il 15 agosto di sette anni fa nella città di Elbasan. Dopo essere stato portato in Questura per le opportune pratiche di rito, l'uomo è stato in seguito trasferito nel carcere di Rimini, in attesa di essere consegnato alle autorità del suo paese. Nel precitato provvedimento nei confronti del criminale, le autorità albanesi avevano richiesto, in caso di individuazione, la cattura e la consegna del latitante alla giustizia albanese, tramite processo di estradizione.

Al momento non è stato reso noto il nome dell'arrestato, se non le sue iniziali: C.E. . L'individuazione è avvenuta ieri alle 11:15 ed è stata resa nota solo nelle ultime ore. Un arresto lampo, reso possibile solo grazie alla bravura ed esperienza dei poliziotti che hanno setacciato vari luoghi, strutture e comunità in cui il soggetto avrebbe potuto trovare rifugio.

In attesa del ritorno in Albania, dove terminerà di scontare la pena dell'ergastolo, l'uomo è per ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria nostrana.

Commenti