Oltre due miliardi di euro: tanto costerebbe all'Italia, secondo calcoli dell'Agi, la decisione di recedere dal progetto della costruzione della ferrovia ad alta velocità fra Torino e Lione, ilTav.
Anche se non sono previste delle penali, innanzitutto Roma dovrebbe restituire a Bruxelles un finanziamento da 800 milioni di euro, non dirottabile su altri progetti in quanto sottoposto a vincolo di destinazione. Inoltre sia la Ue che la Francia potrebbero legittimamente chiedere al nostro Paese cospicui risarcimenti per aver lavorato per anni a un cantiere che poi verrebbe abbandonato.
Come non bastasse, i cittadini italiani pagherebbero anche i 350 milioni di euro già spesi per avviare e proseguire i lavori che a quel punto diventerebbero completamente inutili. Un conto salatissimo da pagare sull'altare del furore ideologico grillino contro le grandi opere.
"Se si decide unilateralmente di sospendere il progetto, di chiudere il cantiere, ciò comporterebbe
necessariamente la conseguenza che il Paese che si ritira rimborsi all'Europa e al suo partner francese le somme che hanno speso", spiega Stephane Guggino, delegato generale del comitato della Transalpine, che promuove il Tav.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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