"Rischiano la vita": la Rai fugge da Mosca

Viale Mazzini sospende i servizi degli inviati e dei corrispondenti dalla Russia, dopo che ieri è stata approvata una legge che prevede fino a 15 anni di carcere per i giornalisti

"Rischiano la vita": la Rai fugge da Mosca

Ieri era toccato ai giornalisti di grandi testate come Bbc, Cnn, Cbc e Bloomberg, richiamati in seguito alle misure contro la libertà di stampa adottate dalla Duma. Oggi anche la Rai ha deciso di sospendere i servizi giornalstici di inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa.

La misura, fanno sapere i dirigenti di viale Mazzini, si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell'informazione relativa al Paese. Da questo pomeriggio, dunque, le notizie relative alla Russia verranno fornite grazie al lavoro dei giornalisti sul campo nei Paesi vicini e a quello dei colleghi che lavorano in Italia. Il motivo dell'oscuramento dei servizi da Mosca segue la fulminea approvazione da parte delle due Camere del Parlamento - siglata poco prima dal presidente Vladimir Putin - che prevede condanne fino a quindici anni di carcere per cittadini russi e stranieri che diffondono "informazioni false sulle forze armate". Una legge simile esisteva già, ma il limite massimo della condanna era di tre anni.

Poco dopo, anche il direttore del Tg5 Clemente Mimun rilascia alle agenzie una dichiarazione che va nella stessa direzione della decisione della Rai: "Anche noi giocoforza ritireremo l'inviato dalla Russia. Le norme sono talmente punitive che non si può fare nulla. Per lavorare in Russia i giornalisti devono avere un permesso. Io non ho corrispondenti ma un inviato ancora senza permesso. Adesso però, costretti da queste nuove regole, lo faremo tornare".

Ma sulla Rai da giorni piovono critiche a proposito dei servizi giornalisti che arrivano da Mosca.

In particolare, i servizi del Tg2 del corrispondente da Mosca, Marc Innaro, sono finiti al centro delle polemiche: prima il giornalista aveva sostenuto la tesi filo-putiniana dell'allargamento a Est della Nato come causa che ha scatenato l'invasione in Ucraina, poi ha confezionato un servizio sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia basandosi unicamente sui dispacci della Tass, l'agenzia stampa ufficiale dell'ex Unione Sovietica.

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