Cronache

La rivolta Usa: più povertà che razzismo

Tutti crediamo di conoscere gli Stati Uniti, che ci appaiono vicini, ma di cui in realtà spesso restituiamo un'immagine caricaturale. Molti ad esempio pensano che le cause delle rivolte siano la diseguaglianza razziale e Trump

La rivolta Usa: più povertà che razzismo

Tutti crediamo di conoscere gli Stati Uniti, che ci appaiono vicini, ma di cui in realtà spesso restituiamo un'immagine caricaturale. Molti ad esempio pensano che le cause delle rivolte siano la diseguaglianza razziale e Trump. E dimenticano che esse, benché non di questa ampiezza, erano più numerose sotto Obama, tanto che nacque allora il movimento Black Lives Matter. Così come molti credono che la brutalità della polizia sia rivolta solo contro i neri, anche se statisticamente non è così, benché la popolazione di colore viva maggiormente in uno stato di anomia criminale. Ma i poliziotti sono aggressivi pure contro i latinos e gli asiatici: perché gli Usa sono estremamente violenti, persino il turista distratto se ne accorge. Così come la rappresentazione di un'America nera eretta contro Trump è caricaturale, i disordini sono scoppiati maggiormente in Stati e in città amministrate da sindaci democratici, a cominciare da Minneapolis; e in Usa la polizia (tranne quella federale) la gestisce lo Stato e il comune. Anzi, molti governatori dem sono colpevoli di aver lasciato correre, di non aver controllato fin dall'inizio una situazione che è sfuggita loro di mano: le pesantissime accuse che si stanno rivolgendo in queste ore il governatore di New York, Cuomo e il sindaco della grande Mela, De Blasio, entrambi schierati dietro Biden, sono solo un piccolo esempio. Come spesso accade, la vera causa delle sommosse è il convitato di pietra di cui nessuno parla: la pandemia. Anche se le cronache e i commenti vogliono far credere che il contagio sia improvvisamente finito, sono stati proprio il Covid e soprattutto il lockdown a determinare l'esplosione della rivolta di queste dimensioni. La pandemia perché essa ha colpito in larga parte le periferie e i quartieri afro-americani, refrattari a cure e ospedali, anche per l'innalzamento dei costi delle assicurazioni prodotto dall'Obamacare. I morti sono in maggior numero neri, anche se non sappiamo ancora esattamente, neanche lì, quanti siano quelli effettivi di Covid. Ma soprattutto la pandemia erode il capitale sociale, la disciplina, la fiducia e i legami collettivi, spinge alla rabbia e alla disperazione: e se già nelle comunità di colore il capitale sociale era stato bruciato dal tempo, al suo posto è rimasta solo la legge della foresta. Questo per dire che le rivolte non si infiammano mai solo per ragioni economiche: anche se in questo caso esse ci sono, eccome. Il lockdown, che non sapremo se sia poi veramente servito, ha impoverito e privato finanche di cibo persone già sulla soglia della povertà. Ma se a far insorgere non sono tanto il razzismo e Trump quanto la pandemia e la miseria prodotta dal lockdown, l'America non ci pare più così tanto lontana.

E, se non poniamo rimedio, sbarcherà pure da noi.

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