"Roberto Saviano firmò per Cesare Battisti. Ora gli chieda di costituirsi"

Il figlio del gioielliere ucciso dai Pac attacca chi firmò la petizione per Battisti: "Mi piacerebbe vedere ora la stessa enfasi da parte loro nel chiedere giustizia per le vittime"

"Roberto Saviano firmò per Cesare Battisti. Ora gli chieda di costituirsi"

Cesare Battisti e le sue vittime. Dopo la tentata fuga in Bolivia, dopo le indiscrezioni che vogliono il presidente Tamer pronto a togliergli la protezione da anni garantita dal Brasile, dopo l'arresto e il rilascio ora si attende la decisione sulla sua estradizione. E mentre aspetta il verdetto dei giudici, Cesare Battisti continua a parlare.

La sua ultima intervista al Gr1 ha fatto discutere. Battisti infatti ha parlato di Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere ucciso il 16 febbraio 1979 a Milano dai Pac (Proletari Armati per il Comunismo). Alberto era presente all'esecuzione e rimase paralizzato. "Ci siamo scritti durante gli anni - ha detto Battisti -. L' ho aiutato a scrivere un libro. Ho lettere di Alberto Torregiani in cui mi dice che non ha nessun dubbio sul fatto che io non ho niente a che vedere con la morte del padre".

Il diretto interessato però smentisce. E attacca anche tutti quelli che hanno difeso le idee del terrorista condannato all'esgastolo per quattro omicidi, due dei quali commessi materialmente. "Battisti continua a battere sul fatto che non c' era fisicamente, quando i suoi quattro amici terroristi uccidevano mio padre - dice Torregiani a Libero - Ma è stato ricostruito come, durante la discussione che precedette l' agguato, lui stesso si schierò a favore dell' omicidio. La sua patetica autodifesa non mi pare convincente". Non solo. Una menzogna sarebbero anche le famose lettere di cui parl il terrorista del Pac. "I contatti non li ho avuti con Battisti ma con Emile Vargas - spiega il figlio della vittima - la sua amica scrittrice francese che s'era messa di fatto a capo del movimento d'opinione innocentista. Lei mi ha contattato, ci siamo scambiati qualche mail. Cercava di creare un ponte per sostenere le sue convinzioni, Tentativo fallito".

L'attenzione di Torregiani poi si focalizza su quegli "intellettuali" che si schierarono dalla parte di Cesare Battisti. "Ci fu quella famosa petizione - ricorda - in sostanza sosteneva che Battisti fosse vittima di un processo condotto con modalità irregolari. E le firme non erano mica poche, mi pare fossero più di 1.500. C' era il disegnatore Vauro, politici come Paolo Cento e Russo Spena, scrittori e giornalisti. Inizialmente aveva sottoscritto anche Saviano, che però poi ha ritirato la firma, probabilmente dopo essersi reso conto della sciocchezza che aveva fatto". Ma forse non è abbastanza. "Mi piacerebbe vedere ora la stessa enfasi da parte loro nel chiedere giustizia per le vittime.

Non so, potrebbero fare un appello a Battisti perché si costituisca, magari con Saviano capofila. Invece da loro solo un silenzio imbarazzato e imbarazzante. E poi so già che, tanto, lui non si farebbe convincere".

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