Lo spread tra Btp e Bund decennali ieri è sceso temporaneamente sotto i 70 punti (salvo poi chiudere sul valore soglia), segnando il minimo degli ultimi sedici anni. Un movimento contenuto, ma simbolico. Il rendimento del decennale è scivolato sotto il 3,44%. Per il Tesoro è «un segnale di fiducia importante», anche se la fase resta delicata. A creare il clima favorevole ha contribuito la raffica di promozioni sul rating: Moody's ha alzato il giudizio dell'Italia a Baa2, un evento che non si vedeva da 23 anni; S&P aveva già portato il merito di credito a BBB+ e anche Fitch e Dbrs hanno ritoccato al rialzo la loro valutazione. La fiducia riflessa sui Btp ha sostenuto tutta la curva, con gli analisti che vedono le opportunità migliori tra le scadenze 10-30 anni e nei titoli a cinque anni. Il quadro di mercato, però, corre parallelo alla manovra su cui la maggioranza sta cercando un'intesa risolutiva. I grandi nodi sono quasi tutti sciolti: confermare la cedolare secca sugli affitti brevi di un solo immobile al 21%, evitare l'incremento dell'Irap sulle holding e la doppia tassazione sui dividendi percepiti da società. Vanno solo consolidate le coperture. Il tema di dibattito resta, però, quello relativo alla proprietà dell'oro di Bankitalia. La Bce ha messo per iscritto un giudizio severo, affermando che «non è chiara la finalità della proposta» e invitando il legislatore a «riconsiderare» il testo per tutelare l'indipendenza dell'istituto centrale. La reazione di Fdi, che ha presentato l'emendamento, è stata immediata: per Francesco Filini c'è «un sorprendente allarmismo» su un principio che considera ovvio. Ciò detto, nella serata di ieri si è appreso che tra Mef e Bankitalia un punto d'incontro è possibile.
Il nodo delle coperture resta il vero passaggio chiave. Il governo attende la definizione dell'intesa con le banche che potrebbe garantire circa 600 milioni, determinanti per far spazio alle modifiche ancora in bilico: dalla revisione di Opzione Donna, per cui Fdi cerca risorse, al fondo contro l'antisemitismo proposto da Italia Viva, fino agli interventi della Lega a tutela dei balneari. I lavori in commissione procedono a rilento con i bilaterali tra esecutivo e partiti. Si spera di far partire le votazioni la prossima settimana. Solo l'arrivo dei pareri del governo potrà dare il via vero e proprio al voto.
Resta, tuttavia, altissima la tensione fra maggioranza e centrosinistra sugli articoli della legge di Bilancio che introducono una prima applicazione dei Lep. «Così la manovra non si approva», ha sottolineato il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia. L'eventuale ostruzionismo delle opposizioni potrebbe ritardare ulteriormente i lavori.