Non sopportava più la derisione dei coetanei e il non potersi confidare con i propri genitori. Sarebbero stati questi i motivi che hanno portato un 14enne omosessuale, di un quartiere periferico di Roma, ad uccidersi, lanciandosi dal terrazzo di casa, tra mercoledì 7 e giovedì 8 agosto.
"Tutti mi prendono in giro, nessuno mi capisce", avrebbe scritto in un biglietto trovato in casa dalla polizia, lasciato in camera poco prima di lanciarsi nel vuoto, insieme a un secondo messaggio, su una pendrive. Il giovane ha fatto un volo di venti metri, prima di cadere al suolo, in un giardinetto dove un altro ragazzo ha scoperto il suo corpo.
Sui fatti sta già indagando la Procura di Roma, che al momento ha aperto un fascicolo contro ignoti.
Cordoglio dalle associazioni Lgbt. Flavio Romani, presidente di Arcigay, ha parlato di una notizia che "fa sprofondare in un dolore terribile". Ha ricordato poi anche il "corpo massacrato di Andrea, la transessuale trovata senza vita dieci giorni fa a Termini" e chiesto alla politica di "mettere in agenda provvedimenti in grado di produrre un cambiamento nei luoghi scolastici, in quelli sportivi, nelle famiglie, nella cultura".
Nichi Vendola, su twitter, ha scritto: "Spero che una intera 538em;">classe dirigente chieda perdono per le vittime dell’omofobia e per aver consentito che l’odio per le diversità diventasse lessico ordinario della contesa politica".
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