Coronavirus

Salgono i contagi: ecco quando arriva il picco

Previsti 30mila contagi a Natale. Ma “nel prossimo mese nessuna regione sarà in zona arancione o rossa. Vaccinazioni e misure di contenimenti funzionano”

Salgono i contagi: ecco quando arriva il picco

Continua a salire il numero dei contagi che non accenna a fermarsi. Tanto che si prevede il picco proprio in vista del Natale, con 30mila nuovi positivi. A dirlo è stato Giorgio Sestili, fisico divulgatore scientifico, che ha analizzato l’evoluzione delle curve dei dati dell’epidemia e fatto qualche calcolo. “Siamo ancora nella fase della crescita dei contagi, dell’espansione dell’epidemia. Questa crescita però sta rallentando, settimana dopo settimana” ha spiegato l’esperto al Corriere. Per rendersi conto del rallentamento della crescita basta guardare i dati: se a novembre era del 50%, è poi passata al 25%, per arrivare adesso, nell’ultima settimana, al 13%. Ed ecco che Sestili svela quando ci sarà il picco: “Stiamo raggiungendo il picco dei contagi, a Natale, circa 30mila”.

Ecco cosa può accadere dopo il picco

Quello che accadrà dopo questa data non è ancora del tutto certo. Le possibilità prospettate dal fisico sembrano essere due : restare per lungo tempo in un plateau, senza aumento né decrescita, oppure discesa con velocità variabile. Nel secondo caso la variabilità dipenderà “prima di tutto dall’andamento delle vaccinazioni: nell’ultima settimana sono state somministrate 3 milioni di terze dosi, al ritmo di quasi 500mila al giorno. È stata correlata a questo la diminuzione della crescita dei casi di positività” ha precisato l’esperto. Ma potrebbe dipendere anche da quali misure contenitive verranno decise: “Inserire le regioni nelle zone gialle vuol dire metterle in sicurezza. Sono importanti le misure di contenimento. Comunque l’effetto dei vaccini si vede ancora meglio andando ad analizzare l’impatto che hanno avuto sugli ospedali”.

Infatti oggi, come sottolineato da Sestili, rispetto allo scorso anno, a parità di numero di casi positivi il tasso di letti occupati nei reparti di terapia intensiva è 6-7 volte inferiore. Ma non solo questo. “Prendendo ad esempio un mese campione (15 ottobre - 14 novembre) dai dati dell’Istituto superiore di sanità: il rapporto tra i ricoverati in terapia intensiva vaccinati e i non vaccinati era di 1 a 4 (132 contro 546). Lo stesso rapporto del numero dei decessi (197 tra i vaccinati 515 tra i non vaccinati)” ha continuato. Vero che le terapie intensive nell’ultima settimana sono aumentate del 15%, ma comunque in misura decisamente inferiore se confrontate con le settimane precedenti.

"La situazione oggi è diversa"

Tra pochi giorni dovremmo quindi raggiungere il picco delle terapie intensive. “Lo stesso si può dire per l’evoluzione della curva dei decessi che nell’ultima settimana sono aumentati del 10%, anche qui in misura molto minore rispetto alle settimane precedenti” ha aggiunto il fisico. Anche in questo caso raggiungeremo il picco fra pochi giorni, ovvero all’inizio della prossima settimana.

Come detto in precedenza per i contagi, anche il numero delle terapie intensive e dei decessi dipenderà molto dalle vaccinazioni. Infatti, come ha riportato Sestili: “Nelle ultime settimane il numero delle prime dosi è aumentato del 20% (più 230mila), ovvero quasi un milione nell’ultimo mese. Vuol dire che tra i non vaccinati sta cambiando qualcosa. Non era scontato. In particolare si stanno vaccinando tanto tra i 19 e i 29 anni. A breve, poi, cominceranno anche le vaccinazioni dei bambini. Continuando con questo ritmo potremmo passare un inverno tranquillo, con un’epidemia sotto controllo”.

L’esperto ha infine fatto una previsione su cosa ci aspetterà nel prossimo futuro: “Posso dire che nel prossimo mese nessuna regione andrà in zona arancione o rossa”.

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