Le sanzioni alla Russia danneggiano la Puglia

Crollano agricoltura e pesca. L'ira di Emiliano che conferma: Bari sede ideale per l'incontro tra il Papa e il patriarca Kyrill

Le sanzioni alla Russia danneggiano la Puglia

La mano benevola di San Nicola, venerato in Russia e in Puglia, ha potuto poco contro le sanzioni imposte dalla comunità internazionale per la questione ucraina. Così il 2015 si è chiuso con un crollo dell’export pugliese verso la federazione russa: meno 30,3 per cento. Peggio della perdita media italiana, fermatasi al 25,2 per cento.
I dati sono stati diffusi a Bari dal presidente di “Conoscere Eurasia”, Antonio Fallico, in occasione del primo seminario bilaterale italo-russo al quale ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Un seminario importante sia perché sono state gettate le basi per il rilancio delle relazioni commerciali Puglia-Russia sia perché il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha fatto cenno ancora alla possibilità che sia Bari a ospitare il prossimo incontro tra Papa Francesco e il patriarca russo Kyrill. “Ovviamente il Vaticano sa benissimo quanto noi teniamo a questa cosa» ma «bisogna – ha dichiarato Emiliano - intervenire con molta discrezione perché è evidente che non è su richiesta della Regione o del Comune che verrà fatta questa operazione». Parlando con i giornalisti oggi a Bari, a margine del seminario bilaterlare italo-russo, Emiliano ha ricordato che «quando abbiamo, tra virgolette, restituito al Patriarcato di Mosca la chiesa russa, abbiamo fatto di Bari l’unica città del mondo in cui sia il Patriarca di Mosca sia il Papa di Roma sono a casa loro, ciascuno in una chiesa di loro proprietà, entrambe dedicate a San Nicola».

Tornando ai numeri dell’export, ci vorrà ben più della mano di San Nicola per risalire la china delle relazioni economiche tra Puglia e federazione russa. Perché, solo per fare un esempio, il settore primario pugliese sembra sotto assedio negli ultimi mesi: dall’emergenza xylella all’olio tunisino.

Elaborando i dati Istat, “Conoscere Eurasia” ha rilevato che "nel complesso l’export pugliese nel 2015 verso la Federazione russa si è fermato a 47,2mln di euro, mentre perde meno l'interscambio (- 4,9%) per effetto delle importazioni (330mln di euro), in particolare dei prodotti petroliferi e dell’estrazione di minerali».
«L'azzeramento degli scambi dei prodotti dell’agricoltura e della pesca - si legge nella indagine - in un anno hanno bruciato il 99,8% del valore: 4.492 euro contro 2.624.000 euro dell’anno precedente». L’effetto «psicologico delle sanzioni unitamente alla congiuntura incerta, ha determinato la caduta di diversi promettenti settori produttivi e industriali, come quello dei computer, apparecchi elettronici e ottici (-97,7%), dei macchinari (69,4%), delle bevande, in contrazione del 27,7% per un valore di 4,3mln di euro contro i 5,9mln del 2014, così come del tessile che riduce l’export del 29,6% e un valore di 11,6mln di euro».

Per il presidente della Regione Puglia Emiliano questi dati «danno il senso della durezza dell’impatto economico di queste sanzioni più sulla economia pugliese che su quella russa. Il che dimostra che queste sanzioni non hanno nessuna efficacia di deterrente a fini di politica internazionale ma fanno molto più male alla Puglia».

Per Antonio Fallico «occorre ripartire tornando a presidiare il mercato russo, considerando la sua strategicità e la complementarietà con l’offerta italiana a pugliese».
Insomma nel segno di San Nicola, la fine delle sanzioni riporterà, si spera, a crescere la bilancia commerciale russo-pugliese.
Per Emiliano, Mosca val bene una messa.

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