Cronache

La scelta del Veneto: tamponi vietati ai no vax

Il Veneto si organizza: centri tampone vietati ai no vax per ridurre il personale e destinarlo ad ospedali e terze dosi. I tamponi saranno garantiti soltanto ai sintomatici e ai loro contatti più stretti

La scelta del Veneto: tamponi vietati ai no vax

Pugno di ferro su no vax in Veneto: molte Ulss regionali, infatti, hanno deciso di vietare i tamponi a chi non presenta sintomi eliminando, di fatto, la possibilità ai non vaccinati di tamponarsi ogni 48 ore per esibire il green pass sul luogo di lavoro.

I perché della scelta

Non sprecare le forze per garantire il certificato verde a chi non si immunizza: è questa di fatto la motivazione principale dal momento che la Regione ha una nuova carenza di personale sanitario denunciata dai sindacati di categoria e, come un effetto domino, sono costretti a chiudere quei centri tampone non riservati alla diagnostica ma per testare quotidianamente i non vaccinati che hanno bisogno del green pass per lavoro e le altre attività.

Stop ai "pendolari" dei tamponi

L'esempio è stato dato dall'Ulss Euganea di Padova, che ha deciso di dare accesso ai suoi servizi soltanto a quelle categorie che ne abbiano diritto gratuitamente (chi ad esempio ha un certificato con l'esenzione vaccinale) oppure ai veri sintomatici, i contagiati e ai loro contatti più stretti. Dopodiché, stop alle altre categorie e quindi alla prenotazione dei "pendolari" dei tamponi che si vedono chiusa la porta in faccia rischiando di rimanere a casa. L’Ulss Euganea ha motivato la decisione per "ottimizzare ed estendere le risorse dedicate alla vaccinazione anti-Covid", come ha dichiarato al Corriere. Stesso metodo e ragionamento utilizzato dall'Usl Serenissima, che ha chiuso la metà dei suoi centri tampone.

Dal 30 novembre, poi, nessuna possibilità nemmeno in altri centri della Regione Veneto quali l’ex Giustinian di Venezia, i Drive through di Mestre, Dolo, Noale. Chiuso anche l’hub Aspo di Chioggia a meno che non vadano i sintomatici e i loro contatti più stretti. Il personale serve soprattutto per la campagna delle terze dosi: non è da escludere che vengano chiusi altri centri tampone per smistare il personale sanitario nelle altre attività prioritarie. Si allinea anche la città di Verona, i cui test "verranno effettuati, su prenotazione, alle persone inviate dal Servizio di Igiene e Sanità pubblica, dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta, dalle scuole o all’interno dei programmi di screening" come ha affermato l'azienda sanitaria.

Cosa ha detto Zaia

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha espresso profondo rammarico per la riduzione delle prestazioni ospedaliere. "Il problema degli ospedali è quello del personale, poiché abbiamo una forte pressione sui punti vaccinali". Gli fa eco l'assessore alla Salute, Manuela Lanzarin che ha specificato come la "coperta" sia corta e la necessità di "rimodulare l'organizzazione del personale.

Avevamo recuperato moltissime prestazioni, se adesso dobbiamo fare un nuovo stop, ovviamente torneremo ad accumulare ritardi sulle prestazioni ospedaliere".

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