Ieri l'altro la Regione Lombardia ha vaccinato da sola il ventuno per cento dei vaccinati dell'intero Paese nello stesso giorno, ieri ha raggiunto i tre milioni di somministrazioni e nei prossimi giorni si avvicina alle centomila dosi quotidiane. «Missione compiuta, posso tornare a casa», ha annunciato Guido Bertolaso, chiamato dal governatore Fontana ad aiutarlo a raddrizzare e rimettere in rotta una barca che era finita nelle secche. Alla faccia dei gufi e degli odiatori seriali che avevano descritto, non senza compiacimento, la Lomabardia come morta.
È stata una delle pagine più vergognose e spietate dell'informazione, un linciaggio mediatico. Lombardia uguale centrodestra a trazione leghista. Cioè il nemico da abbattere a prescindere. A un passo dalla resa, Fontana ha raccolto le poche energie che gli erano rimaste e ha rilanciato chiamando al suo fianco Guido Bertolaso e Letizia Moratti, aumentando così il tasso di odio dei gazzettieri di sinistra nei suoi confronti. Giorni e giorni di titoloni in prima pagina, sberleffi e sciacallaggi sul privato per tutti e tre. Ora è chiaro che la competenza paga. I competenti certo possono cadere come tutti, ma sanno rialzarsi e correre più di prima.
Gufi e sciacalli, sulla Lombardia come sul governo Draghi. Ma soprattutto rosiconi, perché il trio lombardo e Draghi con il suo generale Figliuolo - alla faccia delle stupide polemiche sul suo non rinunciare alla divisa di Alpino - stanno riuscendo là dove Conte e i suoi uomini grillini e paragrillini hanno clamorosamente fallito, al punto da essere cacciati.
Tutto risolto? No, per niente, ma la strada è sicuramente quella giusta, quella del «rischio calcolato» che da lunedì ci permette di riacquistare alcune libertà che - fossimo rimasti nelle mani del duo Arcuri-Galli - non avremmo potuto neppure immaginare.Tra pochi giorni, salvo imprevisti, cadrà anche il coprifuoco alle 22, misura che anche la maggior parte degli scienziati ritiene inutilmente punitiva. Diranno che Draghi ha ceduto alle pressioni e ai ricatti del centrodestra.
Io ho un'altra lettura: Draghi ha fatto fare al centrodestra ciò che lui, premier di una coalizione che ha al suo interno anche la sinistra «chiusurista», voleva fare ma non era opportuno che facesse in prima persona: riaprire l'Italia il più presto possibile. Si chiama «il gioco delle parti», e per fortuna in questo gioco la sinistra non tocca palla.
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