Per poter continuare a esistere qualsiasi formazione sociale, sia essa un partito, una chiesa, una nazione deve avere un confine che separa coloro che ne fanno parte da chi ne è fuori. E gli esterni per entrarvi hanno bisogno di un particolare permesso, di un lasciapassare. Se tentano di entrare ugualmente in modo clandestino sono considerati degli intrusi e, nel caso degli stati e se usano la violenza, sono considerati degli invasori e vengono respinti. Sulle coste della Francia sono ammassate migliaia di profughi che vogliono andare in Inghilterra, ma nessuna barca cerca di attraversare il canale della Manica vigilato dalla Royal navy. Alcuni paesi, come gli Stati Uniti, hanno fatto entrare moltissimi migranti ma solo dopo avere stabilito delle quote e una rigorosa selezione alla frontiera in cui respingono quelli che non condividono i loro principi e le loro leggi.
L'Unione europea invece è una formazione sociale che non ha propri confini, non ha proprie forze armate, non ha una propria polizia di frontiera e non ha nemmeno stabilito quanti profughi di paesi in guerra può ospitare. Ora poiché molti paesi asiatici e africani sono in uno stato di guerra continuo si può prevedere che saranno molti milioni quelli che ci proveranno. E questi si aggiungono i milioni di persone che sfuggono la povertà e la miseria ed entrano insieme ai primi. Di fronte a questo afflusso incontrollato alcuni paesi hanno riattivato in parte le frontiere interne. Sono questi i «muri» contro cui si sono scagliati quasi tutti i politici, gli intellettuali, il Papa e il presidente Mattarella.
Ma fra non molto saremo costretti a domandarci se sia possibile una società senza muri, cioè senza confini, in cui può entrare chiunque. In Europa è successo solo alla fine dell'impero romano quando i popoli germanici e i nomadi della steppa sono dilagati in tutto l'occidente.
Ma finita l'epoca barbarica, non
appena sono sorte le città stato, sono rinati anche i confini e i controlli. L'Europa in questo ultimo decennio è vissuta all'interno di un'utopia pacifista e internazionalista, ma dovrà decidersi a guardare il mondo reale.
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