Lo sciopero dei sindacati fa rinviare le prove Invalsi

I sindacati promuovono uno sciopero contro il ddl scuola, ma il premier replica: "Siamo aperti e pronti all'ascolto, ma la scelta dell'autonomia è decisiva"

Lo sciopero dei sindacati fa rinviare le prove Invalsi

"Con una nota inviata a tutte le scuole l'Invalsi ha deciso lo slittamento delle prove già fissate per il 5 e 6 maggio 2015 rispettivamente al 6 e 7 maggio 2015. Si tratta di un spostamento di data dettato dalla responsabilità dell'Istituto di ricerca di assicurare la significatività scientifica dei dati". È quanto si legge sul sito dell'Invalsi.

Per il 5 maggio, infatti, i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero del personale della scuola. La variazione di calendario, precisa l'Invalsi, riguarda tutte le classi della scuola primaria indipendentemente dall'adesione del personale docente e non docente allo sciopero del 5 maggio 2015. Pertanto le prove della scuola primaria si dovranno svolgere comunque il 6 e il 7 maggio 2015, anche se ci fosse la disponibilità del personale per il 5 maggio. Restano confermate le date delle altre prove: 12 maggio 2015 (prova di Matematica, prova d' Italiano e Questionario studente) e 19 giugno 2015 (prova di Matematica e d'Italiano nell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione).

L'Istituto precisa inoltre che le modalità operative di somministrazione delle prove rimangono le medesime rispetto a quelle originariamente previste per il 5 e il 6 maggio 2015, ma, come richiamato in precedenza, esse si dovranno espletare rispettivamente il 6 e il 7 maggio 2015: "Un campione statistico non adeguato renderebbe non attendibili i risultati delle prove che, da molti anni, vengono utilizzati da organismi nazionali e internazionali (Ministeri, Università, Agenzie di gestione dei fondi europei, Regioni, associazioni impegnate sul recupero scolastico, ecc).

A questo si aggiunga il notevole danno economico conseguente la mancata utilizzazione dei somministratori esterni".

Il premier, Matteo Renzi, ha replicato: "Il nostro disegno di legge può essere migliorato ancora. Siamo aperti e pronti all'ascolto. Ma un punto deve essere chiaro: la scelta dell'autonomia è decisiva".

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