Un tentativo di scippo. O un furto con destrezza. Giuseppe Conte ieri ha tentato - e magari ci riuscirà - di rubare a Beppe Grillo il Movimento 5stelle. «Non sono un prestanome con un leader nell'ombra», ha detto. Solo che se a questo punto l'Elevato accettasse le condizioni dell'ex premier, tornerebbe sulla terra e diventerebbe l'ombra di se stesso.
Conte ieri, infatti, ha alzato la posta, tentando la «degrillizzazione» del Movimento. Usando i toni perentori che aveva riservato a Matteo Salvini nella crisi del governo gialloverde e a Matteo Renzi in quella che portò alla caduta dell'esecutivo giallorosso. Quelli, però, erano avversari, mentre Grillo è il fondatore dei 5 stelle, ne è il Profeta, l'anima. Ma un Movimento può vivere senz'anima? Perché l'ex premier non può privare i 5 stelle di un'anima senza offrirne un'altra. A meno che non si voglia considerare un'anima una sorta di manuale, come il Bignami di una volta, composto da regole, organismi, statuti dal titolo «Come si costruisce un soggetto politico». O, ancor peggio, l'ex premier non pensi davvero di mettere in piedi un partito che guarda al «centro» seguendo i consigli di qualche parodia di Robespierre: una vera contraddizione in termini.
A ben vedere, quindi, l'operazione manca d'identità mentre le leadership da che mondo è mondo vivono su un'idea, su una visione del mondo. Conte, invece, propone un modello organizzativo, magari sofisticato, che ha come unico obiettivo mandare in pensione il fondatore e strappargli la sua creatura. Un po' come quegli avvocati d'affari che approfittano di un'azienda in fallimento («il Movimento è in declino», ha detto lui stesso) per assumerne il controllo a scapito dell'imprenditore che l'ha creata.
Un'operazione che è agli antipodi del Dna del «grillismo» degli albori e che, invece, ha molto a che fare con la metamorfosi che ha subìto permanendo per tre anni nella stanza dei bottoni.
L'orizzonte di Conte è, infatti, conquistare il potere nel Movimento per conservarlo nel Paese. Alleandosi con quella «casta» che si è imposta in quello che una volta era il regno dell'«uno vale uno» o del tetto dei due mandati.
La risposta di Grillo l'Elevato non potrebbe che essere il fatidico «vaffa», ma il vecchio profeta è tornato da tempo sulla terra: è stanco, deluso e qualche mese fa ha scoperto anche di «tenere famiglia».È la fine di un sogno per alcuni e di un incubo per molti.
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