A scuola la "gay sex education". Polemiche sul liceo di Bologna

L'assemblea di istituto al Laura Bassi di Bologna: la partecipazione ad almeno una delle attività era obbligatoria. L'affondo di Lega e FdI

A scuola la "gay sex education". Polemiche sul liceo di Bologna

San Valentino nel segno di Drag Queen e preservativi. Alle scuole Laura Bassi di Bologna la mattina di venerdì è scivoltata via così, in un'assemblea di istituto dedicata all'amore e alla sessualità nel 2020. Una serie di incontri per "sfatare" alcuni "miti, tabù e tanta disinformazione" e in cui non poteva mancare, ovviamente, la "gay sex education".

Il programma della giornata era stato condiviso tre giorni fa sulla pagina Instagram dei rappresentanti di istituo del Liceo Laura Bassi. "La partecipazione ad almeno una delle attività è obbligatoria", si legge nel foglio. Gli studenti avevano diverse scelte a disposizione: in palestra si poteva seguire la storia e l'esibizione delle Drag Queen; in Aula Magna invece è andata in scena l'educazione sessuale "dalla teoria al preservativo" a cura della Croce Rossa, con consegna finale dei contraccettivi gratuiti. Per chi preferiva approfondire l'identità di genere e sessuale, invece, era sufficiente andare all'Aula 3A. Mentre la "Gay sex education" su "ruoli di genere, identità e safer sex" era tenuta in aula 1A dal Cassero Scuola Lgbtq+ Center. Per non farsi mancare nulla, infine, anche un'attvità sul "Pride, Noi dell'Arcobaleno" (guarda qui la gallery esclusiva).

Sui muri sono stati appesi dei cartelli di "sensibilizzazione" ideati dal comitato Lgbtq+ del Liceo. Un foglio sul "gender fluid" biasimava alcuni "stereotipi", tra cui quello di chiedere a qualcuno se è maschio o femmina, quando si può anche essere "entrambi" o "nessuno dei due". Un altro invece descriveva la "pansessualità" di chi è attratto da persone "indipendentemente dal loro genere", anche chi che non appartiene a quello "binario".

A giudicare dalla locandina, non sono mancati alcuni incontri apparentemente meno gay friendly. Come quelli sulle "risposte e le proposte della politica su affettività e sessualità", oppure quelli sul "sessismo nelle scuole", il teatro o i romanzi rosa. Ma le polemiche sono esplose lo stesso. "L'Emilia Romagna sta prendendo sempre più marcatamente una piega fucsia arcobaleno - attacca il leghista Umberto La Morgia - La giornata di oggi dedicata all'ideologia LGBT+ in tutte le sue sfumature non fa che ricordarci dello sgretolamento delle identità a cui mira la sinistra mondialista". Un affondo che arriva da un leghista sì, ma omosessuale: "Fa riflettere che una scuola pubblica bolognese si propongano ai ragazzi lezioni e workshop su pansessualismo, transessualismo, gender fluid, travestitismo, 'gay sex education' e spettacoli con drag queen. Saranno daccordo i genitori degli alunni minorenni?".

Duro anche l'affondo degli studenti di destra. "Da tempo denunciamo iniziative di questo tipo nelle scuole - spiega Dalila Ansalone, responsabile dei giovani di Fratelli d'Italia - Questa assemblea organizzata dai rappresentanti d'istituto è il risultato di anni di dittatura del pensiero unico di sinistra". Secondo Gioventù Nazionale Bologna si è trattato di "un pericoloso tentativo di indottrinamento di bambini e ragazzi alle ideologie di sinistra", soprattutto perché gli alunni "erano anche obbligati a prendere parte ad almeno una di queste iniziative, pena l'assenza sul registro".

Le fa eco il deputato di FdI, Galeazzo Bignami, che parla di "prepotente imposizione del pensiero dominante": "Ognuno a casa sua fa quello che vuole e lo Stato non deve permettersi di intromettersi - attacca - Ma ritengo una follia che nelle scuole bolognesi si facciano entrare arcigay, mondo lgtbq e così via per parlare di temi così delicati a degli studenti minorenni".

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